Montepoggiolo: i ritrovamenti archeologici e il castello

Ottava e ultima tappa dell'itinerario dantesco nella valle dell'Acquacheta a cura di Marco Viroli e Gabriele Zelli

Foto di Dervis Castellucci

Scendendo da Terra del Sole verso Forlì lungo la SS 67, dopo un chilometro dal centro abitato, sulla sinistra si imbocca via Masini, quindi via Ciola, strada che conduce alla costruzione fortificata sulla vetta di Montepoggiolo, oggi di proprietà privata e non visitabile.
La zona su cui sorge il fortilizio fu abitata sin dal Paleolitico, come attestano migliaia di reperti litici, ritrovati dal 1983 negli scavi in località detta Ca’ Belvedere, ai piedi della rocca. Si tratta di manufatti che risalgono a oltre ottocentomila anni fa, quando la piccola vetta che dominava il mare altro non era che una spiaggia dell’Adriatico preistorico. I ritrovamenti sono stati d’enorme importanza per la ricostruzione dell’Italia del Paleolitico perché hanno retrodatato la presenza di ominidi sul territorio a molto prima di quanto fino a quel momento si riteneva. Oggi i principali reperti sono custoditi presso il Museo Civico Archeologico “Antonio Santarelli” di Forlì, che non è visitabile perché chiuso sin dal 1996 per riallestimento.
L’impareggiabile posizione della collina su cui si trova conferì alla rocca un’importanza strategica non solo come fortezza, quanto soprattutto come “torre di scoperta”. Da qui era infatti possibile abbracciare «la pianura della Romagna papale da Faenza fino a Ravenna e l’Adriatico, di modo che non è possibile far passare fra questo mare e Terra del Sole di piano alcun corpo considerabile senza esserne avvisati», come scriveva, nel 1745, Odoardo Warren nel suo trattato Raccolta di piante delle principali città e fortezze del Granducato di Toscana.

Foto di Dervis Castellucci

La rocca nacque inizialmente come torre di vedetta della cittadella di Castrocaro. I primi documenti che ne fanno menzione recano l’anno 906 e citano un tal «conte Berengario del castello di Montepoggiolo», come riportato negli Annales Forolivienses.La tradizione vuole che, nel 910, questa rocca, insieme ai castelli di Colmano e Ladino, sia stata data in dote da Tiberio de’ Berengari alla figlia che andava in sposa al capitano “Or de l’Af”, leggendario capostipite della famiglia Ordelaffi. Nel 1080 il castello passò sotto il controllo degli Orgogliosi quindi, nel 1124, ai conti Pagani, ai quali il pontefice Gregorio VII aveva conferito il feudo di Castrocaro.
Successivamente papa Urbano VI assegnò Montepoggiolo ad Astorgio I Manfredi, il quale fece alzare e potenziare la rocca. Alla fine del XIV secolo, Francesco Paulucci di Calboli, allora signore di Montepoggiolo, lasciò per testamento al Comune di Firenze la rocca insieme ad altre fortezze di cui aveva il controllo. In séguito, per circa un secolo, fiorentini e forlivesi continuarono a contendersi lo strategico avamposto militare, fino a che la supremazia dei gigliati andò consolidandosi. 
Nel 1471 Firenze avviò i lavori d’ampliamento da semplice “torre di scorta” a vera e propria rocca, seguendo le nuove esigenze belliche. Per far ciò venne inviato Giuliano da Maiano, scultore, architetto e intarsiatore, che disegnò un nuovo castello a pianta romboidale, includendo la vecchia torre nel corpo della nuova costruzione e conferendole le funzioni di maschio. La torre occupava uno dei quattro angoli mentre i restanti tre furono anch’essi dotati di un bastione di minori dimensioni.
Nel 1482 sul campanile a vela, costruito appositamente sul mastio, venne collocata la campana di Sadurano, il cui castello era stato appena occupato dai fiorentini che andavano ampliando i propri confini.
Nel 1564, la fondazione di Terra del Sole, sorta per volere di Cosimo I a pochi chilometri da Montepoggiolo, accrebbe l’importanza della rocca che divenne vedetta della nuova città-fortezza del Granducato di Toscana, situata al confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa.
Gravemente danneggiata dai terremoti fu fatta risanare sotto la direzione dell’ingegnere Ridolfo Giamberti, inviato in Romagna dal granduca Ferdinando II. Nel 1772, Pietro Leopoldo I, granduca di Toscana, disarmò Terra del Sole e la Rocca di Monte Poggiolo. Due anni dopo la campana del mastio venne concessa in uso al priore dell’adiacente parrocchia di Ciola, un’antica chiesa posta alle pendici di Montepoggiolo.
A séguito della messa all’asta delle proprietà demaniali del Granducato di Toscana, Il 7 maggio 1782 la rocca venne acquistata da don Biagio Magli.
All’inizio del XX secolo il fortilizio fu adibito ad abitazione colonica e la campana assunse una nuova funzione: allertare i contadini dell’imminente arrivo dei temporali.
Da decenni il Castello di Montepoggiolo è in attesa di un serio intervento di restauro e recupero e oggi versa in stato di progressivo decadimento. Nella speranza che questo gioiello d’architettura militare possa essere recuperato e aperto al pubblico, citiamo alcune righe tratte dal libro La città ideale, pubblicato dallo storico Enzo Donatini nel 1979: «Dall’alto del colle ameno, si erge ancora e spazia sulla Romagna tutta fino al mare. (…) Montepoggiolo costituisce un prototipo sul piano strutturale della castellologia, come Terra del Sole lo è sul piano urbanistico della “città ideale” fortificata».

Foto di Dervis Castellucci

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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