L’esempio di Spagna e Belgio

Stuzzicante l'ultimo post di Gian Paolo Castagnoli

I post di Gian Paolo Castagnoli, giornalista cesenate, sono sempre interessanti e stimolanti. Scrive bene e sceglie gli argomenti giusti. Oggi si è superato.

Senza che io me ne sia accorto, i comunisti bolscevichi devono avere preso il potere in Belgio. Sì, perché anche quel Paese, come è stato già fatto in Spagna, ha deciso di fare una cosa semplice, logica, utile e giusta: tassare i grandi ricchi che fanno speculazione finanziaria, cioè producono altri soldi semplicemente usando i tanti soldi che già hanno.
Quei sinistrorsi anti-capitalisti del belgi hanno pensato che chi ha conti titoli di più di 1 milione di euro (somme che può investire solo chi sta molto bene) può permettersi di pagare lo 0,15% all’anno su quel patrimonio. È una percentuale minima, che non cambia per niente il tenore di vita di quelle persone o la solidità economica di quelle aziende e società (sí, perché è stato previsto non solo per le persone fisiche ma anche per quelle giuridiche), eppure hanno calcolato che porterà nelle casse 430 milioni di euro ogni dodici mesi. Soldi preziosi in questo momento molto difficile, che ci si può procurare facilmente e francamente in modo indolore o quasi per chi è chiamato a contribuire con questa sorta di “Robin tax”. In Belgio hanno deciso che quelle risorse saranno utilizzate per potenziare il sistema sanitario.


Purtroppo qua in Italia parlarne è un tabù. Quando lo fai, ti dicono che le tasse sono già alte. È parzialmente vero: sono alte per i redditi medi, ma sono un’inezia per chi ha tanto e su quel tanto che ha sta prosperando ulteriormente, allargando sempre di più la forbice tra ricchi e poveri. Se in Italia copiassimo quanto ha fatto il Belgio, visto che la nostra popolazione è più numerosa di oltre cinque volte e il benessere delle nostre fasce più ricche è almeno pari a quello di quel Paese, avremmo a occhio e croce nuove entrate tra i 2 e i 3 miliardi di euro all’anno. Soldi che personalmente investirei per metà nella sanità pubblica e per l’altra metà nell’istruzione pubblica, nella convinzione che siano quelli i due parametri principali su cui valutare quanto una società è evoluta e fortunata.
P.S. Se qualcuno pensa che questo sia un ragionamento da comunista, sappia che però io amo di più mangiare una bella piadina che i bambini.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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