Nuovo centro commerciale a Forlì: un mese di critiche da destra e da sinistra

La manifestazione davanti al Comune. Contro il centr commerciale un gruppo di cittadini lancia l’idea di una raccolta firme su change.org (http://chng.it/hBtjZ54X)

Il caso della variante urbanistica per la realizzazione di un’area commerciale tra le vie Balzella, Correcchio, Bertini e Bernale si apre il 19 maggio quando davanti alle commissioni consiliari viene presentato il progetto, da realizzare dalla ditta Omnia di Davide Orioli, per creare un supermercato di vendita alimentare da 2.500 metri quadrati e altri spazi riservati ad altre strutture di vendita extra alimentare per altre centinaia di metri quadrati. Il 21 maggio una nota congiunta delle associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti boccia il progetto, definito «irricevibile» e chiedono che non venga votato dal consiglio comunale. Cosa che avviene il 25 maggio quando la giunta decide di non presentare il progetto, scatenando comunque critiche anche perchè non sono ammessi alla discussione i question time presentati da Matteo Zattoni del Pd e Davide Minutillo di Fdi. Il 5 giugno, con un nuovo intervento, Confesercenti e Confcommercio scrivono al sindaco Gian Luca Zattini per chiedere di porre il sigillo di inaccoglibilità sottolineando le problematiche legate al traffico veicolare nella zona. Il 10 giugno mentre Confcommercio ribadisce la necessità di un incontro con l’Amministrazione, la Confesercenti minaccia addirittura di portare la questione in Tribunale pur di difendere le ragioni degli esercenti, specie quelli del centro storico che si vedrebbero penalizzati dal nuovo insediamento. Il 14 giugno un gruppo di cittadini lancia l’idea di una raccolta firme su change.org (http://chng.it/hBtjZ54X) contro la proposta della realizzazione di un nuovo iper. In tre giorni vengono raccolte un migliaio di firme: secondo i promotori non è una priorità per Forlì, in una zona già fornita di attività commerciali. Il 16 giugno Davide Orioli, amministratore delegato di Omnia, la società attuatrice del progetto, spiega la validità del piano: 500 posti di lavoro, operazione da 35 milioni di euro, con altri interventi che riguardano l’adeguamento del sistema fognario ed idrico, la sistemazione della viabilità locale e la forestazione in un’area da 19.300 mq, destinata a diventare un nuovo parco pubblico con aree gioco protette. Dura la reazione di Confesercenti e Confcommercio che il 17 giugno ribadiscono l’inaccoglibilità della proposta di variante, definendo il progetto una mazzata per il commercio del centro storico e per la catena distributiva del circondario. Il 19 giugno manifesta la propria contrarietà anche Legacoop Romagna che sottolinea come l’approvazione della variante andrebbe contro il piano del commercio esistente, creando gravi disagi alle società, non solo cooperative, che si sono adeguate a quel piano per svolgere la loro attività. Il 20 giugno sono i cittadini a far sentire la loro voce: con un sit-in davanti al Municipio il comitato di quartiere Pianta-Coriano-Ospedaletto si dice contrario al progetto che causerebbe maggiore inquinamento acustico, ambientale e traffico, in una zona già alle prese con questi problemi. Il 24 giugno è CIA-Conad attaccare, mentre il vicesindaco Daniele Mezzacapo difende la bontà del progetto. Critico anche il parlamentare di Italia Viva, Marco Di Maio.

Dall’interno della maggioranza arriva la voce contraria del leghista Daniele Avolio con un lungo post su Facebook.

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