Il fiume Ronco: un importante sito ecologico di importanza comunitaria

Settima tappa dell'itinerario Magliano - Ronco

In questa ulteriore tappa merita di essere approfondito l’aspetto naturalistico del fiume Ronco e in particolare della zona classificata come sito di Importanza Comunitaria (SIC), che si sviluppa intorno al tratto pedecollinare meandriforme del corso d’acqua all’altezza di Carpena e Selbagnone, presso Forlimpopoli (FC), da Para a monte fino alla confluenza dell’Ausa Nuova a valle, in corrispondenza di quell’area inselvatichita di vecchie cave di ghiaia e sabbia e bacini derivati, nota e istituita dall’84 come Oasi faunistica di Magliano. L’area è molto ben descritta su pubblicazioni e siti web a cui rimando per gli approfondimenti mentre utilizzo alcuni contenuti di testi divulgati dalla Regione Emilia Romagna: ambiente.regione.emilia-romagna.it, e dall’Associazione Pro salvaguardia area fluviale del fiume Ronco. 
L’ambiente di alta pianura circostante, fortemente antropizzato, è caratterizzato da terreni agricoli, prevalentemente da frutteti, vigneti e seminativi. Il corso fluviale, la presenza di alcuni bacini tra cui il principale con fredde acque di falda, spazi in abbandono e margini a gestione sostenibile per scopi ricreativi rendono il contesto ecologicamente interessante. L’importanza fondamentale del sito risiede nel ruolo di corridoio ecologico di tipo ripariale che l’area svolge nell’ambito della rete naturalistica di collegamento tra Appennino e pianura romagnola, analogamente a quanto accade per i vicini siti di Scardavilla e Ladino (più forestali, soprattutto il primo). Corpi d’acqua corrente e stagnante (15%), boscaglie (10%) e boschi di tipo ripariale (25%), con salici, pioppi e ontani e vegetazione palustre più qualche elemento di foresta più asciutta ricoprono complessivamente circa la metà della superficie del sito in un mosaico abbastanza variato che ospita in particolare presenze faunistiche di pregio. Un habitat di interesse comunitario – boschi ripariali di pioppi e salici – copre quasi il 20% della superficie del sito. In misura minore, si riscontrano ulteriori 7 tipi di habitat, 4 acquatici (1 di acque correnti) e 3 di tipo erbaceo.

La flora e la vegetazione del sito 
Le cave, anche se abbandonate, sono ambienti giovani e soggetti ad una evoluzione continua. La vegetazione acquatica è costituita da piante elofite e idrofite, le prime sono piante che, radicando sul fondo, rimangono con la porzione basale quasi sempre sommersa, mentre le foglie e i fiori emergono dall’acqua. Il Fragmiteto, il Tifeto e lo Scirpeto, rappresen­tano le principali cenosi e occupano ambienti con acque a profondità variabili da zero a un metro dove dominano Phragmites australis, Typha angustifolia, Typha Iatifolia e Scirpis lacustris. Le idrofite costituiscono il così detto Potamogeto, nell’area in oggetto si riscontra la presenza di Potamogeton lucens localizzato in una vasca da tempo abbandonata. La vegetazione riparia di tipo idrofilo è concentrata sulle sponde, dove regnano alberi e arbusti come la rosea Salcerella (Lythrum salicaria), la Cannuccia palustre, la Mazzasorda (tipha spp.), i salici (Sali x alba, Sali x purpurea) tra cui vari ibridi, a causa della facilità con cui queste specie si incrociano fra loro. Sono presenti Pioppi (Populus alba, Populus nigra), il Frassino (Fraxynus ornus), il Sambu­co (Sambucus nigra), mentre nei ter­reni più asciutti cresce la Roverella (Quercus pubescens).
Nei meandri del Ronco troviamo anche il bosco igrofilo di latifoglie miste, la più importante formazione boschiva dell’area. Qui, tra Pioppi e Salici, vegeta l’Olmo campestre (Ul­mus carpinifolia), l’Ontano nero (Alnus glutinosa), il Nocciolo (Corylus avella­na), l’Acero campestre (Acer campe­stris), detto anche Oppio.
Presenti anche specie esotiche, come la Robinia (Robinia pseudoacacia) i cui fiori sono commestibili, l’Acero negundo (Acer negundo) e il Platano (Platanus orientalis). Lo strato arbu­stivo è costituito da Salici (Salix sp.), Biancospino (Crataegus monogyna), Prugnolo (Prunus spinosa), Sanguinello (Cornus sanguinea), Rose (Rosa cani­na), oltre a Vitalbe, Edera e Rovi, che offrono siti di riparo e nidificazione ad una cospicua comunità di uccelli. Lo strato erbaceo, poco diversificato, è soffocato dall’invadenza del rovo ed è costituito prevalentemente da graminacee ed altre specie alcune delle quali sono indicatrici dell’azione di disturbo dell’uomo come l’Ortica. Gli argini fluviali sono ricchi di ali­menti nutritivi trasportati dalle acque (limo e sali minerali) e qui trovano l’habitat ideale molte piante definite bioindicatrici come la Menta, l’Epilobio e il Farfaraccio.

La fauna
L’area accoglie numerose specie faunistiche di rilievo, in particolare di ambiente acquatico. Tra gli uccelli, Martin pescatore, Tarabusino e Bigia padovana (Sylvia nisoria) risultano nidificanti; la presenza di quest’ultima specie è di particolare interesse in quanto rara ed estremamente localizzata in Regione. L’avifauna nidificante conta ulteriori, numerose specie tipiche degli ambienti di campagna e ripari della pianura e della fascia pedecollinare: rilevante è la presenza lungo le sponde erose del fiume Ronco di colonie di Topino (Riparia riparia) e Gruccione (Merops apiaster). Tra gli anfibi, è di interesse comunitario la presenza del Tritone crestato (Triturus carnifex); non manca la Raganella italica (Hyla intermedia). Rettile acquatico di notevole interesse, è presente la testuggine palustre (Emys orbicularis). I pesci annoverano cinque specie di interesse comunitario: Barbo (Barbus plebejus), Barbo canino (Barbus meridionalis), Lasca (Chondrostoma genei), Vairone (Leuciscus souffia) e Cobite comune (Cobitis taenia). E’ presente anche il Ghiozzo padano (Padogobius martensii) e, a quanto pare, il Luccio nelle fredde acque sorgive del lago settentrionale. 
Ronco-Bidente partecipato: Vivi il tuo fiume 
Così come si è evidenziata la necessità di ripensare all’ipotesi di un parco fluviale, segnalo in questo contesto la recente conclusione della prima fase del percorso “Ronco-Bidente partecipato: Vivi il tuo fiume” promosso dall’Associazione Spazi indecisi in collaborazione con i Comuni di Forlimpopoli, Forlì e Bertinoro, per progettare modalità integrate di gestione, tutela e valorizzazione dell’area fluviale del fiume Ronco-Bidente, con l’obiettivo di approvare un comune Protocollo d’intesa. Al processo hanno preso parte inoltre il Comune di Meldola, coinvolto dalle Amministrazioni partner, per la sua posizione strategica, che si affaccia nel versante del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.Sul sito dell’associazione proponente si legge: “La prima fase aveva l’obiettivo di individuare i diversi soggetti interessati della zona ed analizzare insieme sia la loro percezione di fiume che le loro istanze. La seconda fase sarà invece di vera e propria co-progettazione con gruppi di lavoro e stesura del Protocollo di intesa. Poi si farà una fase di consultazione pubblica del documento e infine la quarta, di approvazione del Protocollo e di monitoraggio dello stesso.
Dalla prima fase sono emerse molteplici esigenze come: 1) fare del fiume Ronco-Bidente un parco accessibile a turisti, sportivi, fruitori che sappia però coniugare la sua praticabilità con la tutela ambientale dell’area, unica nel suo genere; 2)la messa a sistema e una buona manutenzione dei sentieri già esistenti; 3) puntare ad un sistema integrato che leghi il fiume a percorsi storici ed enogastronomici di alto interesse turistico; 4) le opportunità per un’attività economica – agricola, ricettiva, turistica, produttiva – di una gestione integrata dell’area fluviale; 5) la necessità di una maggiore cura dell’alveo e dei rivali del fiume; 6) la garanzia di una manutenzione continua; 7) il timore, da parte dei cacciatori, di perdere importanti aree di caccia”.
Infine l’Associazione Spazi Indecisi segnala che “nel corso delle assemblee sono anche stati nominati i referenti delle diverse categorie che siederanno al tavolo di negoziazione”.
In attesa che anche da questa iniziativa arrivino risultati concreti non è più tollerabile mantenere l’area denominata “Ronco Lido” nelle situazioni di degrado attuali. Se ne parlerà in occasione della prossime due conclusive tappe. 

Gabriele Zelli 

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).