No alla politica spettacolo

I confronti tivù del resto ormai sono solo fenomeni di costume

Sono passati alcuni giorni dal confronto televisivo fra Salvini e Renzi e ancora non si è spenta l’eco. Anche oggi a Berlusconi hanno chiesto un giudizio. Basta, per favore basta. Può andare bene se parliamo di un fenomeno di costume. Ma quella non è politica. 

Matteo Renzi

Il confronto non l’ho visto. Non per snobismo. Mi ero ripromesso di guardarne almeno una parte. Ma dopo la partita ha vinto il sonno e non ho fatto niente per combatterlo. L’inizio però lo avrei visto volentieri, ma, ripeto, come fenomeno di costume. Inoltre sono confronti che ormai non spostano neppure un voto. Non è come nell’ormai lontano 1994 quando Berlusconi decollò definitivamente dopo il confronto in tivù con Occhetto.

Adesso quel tipo di programmi è seguito solo da persone che hanno un’idea politica già firmata e che difficilmente la cambieranno. Da quel punto di vista quindi è totalmente inutile come lo erano i confronti fra i candidati a sindaco. Sono momenti di grande democrazia, ma che non spostano un voto. 

Da quel punto di vista di certo sono più efficaci i social. E lo dico con rammarico. Ma è un dato di fatto. Attraverso i social si raggiunge più facilmente quello che un mio amico ha sempre chiamato il ventre molle. Quella miriade di persone che fanno parte del mondo degli indecisi e che, al tempo stesso, sono più facilmente influenzabili. 

Matteo Salvini

Io, che sono anziano, però continuo a preferire la piazza reale a quella virtuale. Non parlo di una manifestazione estemporanea, ma di una frequentazione continua. Tutti ascrivono buona parte del successo di Salvini alla capacità comunicativa del suo staff e alla capacità nell’uso dei social. È vero, ma viene trascurato il fatto che il leader leghista, anche quando era ministro dell’Interno, ha sempre puntato sulla campagna on the road. Inoltre è vero che il successo dei 5Stelle è partito dalla Rete, ma è altrettanto vero che i grillini hanno sempre (pioggia, vento e sole) fatto banchi nei punti più frequentati delle città.

Andare in piazza o nei mercati un mese prima delle elezioni non solo è inutile, ma può addirittura essere controproducente. Farlo sempre è importante perché il contatto diretto resta sempre il viatico migliore per ottenere dei consensi.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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