Noi siamo diversi

Intervento di Andrea Rossi

Domani Andrea Rossi chiuderà la campagna elettorale (alle 18,30) nel parcheggio del Monte una vicinanza ai Gessi “perché la grottesca vicenda, consumata tutta all’ombra della giunta Lucchi, rappresenta una sintesi emblematica dei vizi di questo Pd”. Questa la nota di Rossi.

“Ho rispetto per i miei avversari politici e soprattutto ho grande rispetto per i cesenati che, a torto o a ragione, li sostengono. Ma nessuno può cambiare la biografia di una persona. Neppure in campagna elettorale, dove volano gli asini e sgomitano le frottole.

Anche se, in questi mesi, c’è chi ha preso le distanze dalle proprie origini, nascondendo i simboli che lo hanno sempre sostenuto, la storia di una persona non si cambia (vi propongo un gioco: scorrete la pagina facebook di Lattuca e provate a trovare il marchio o anche i semplici colori rosso-verdi del Pd…).

Andrea Rossi

In questa campagna elettorale io mi sono messo a nudo e, per rispetto dei cesenati, ho presentato con la mia coalizione un programma elettorale che fosse il più possibile lo specchio fedele delle mie esperienze, della mia storia e delle mie idee. Sono e mi sento un cesenate libero da ogni ideologia, un lavoratore e padre di famiglia, semplicemente uno di voi.

Dall’altra parte invece hanno vinto i comunicatori, quelli che – dopo aver commissionato e studiato i sondaggi – hanno imposto il trasformismo, sacrificando la storia delle persone sull’altare del consenso (“al bando il simbolo del Pd e se Zingaretti proprio deve venire invitiamolo almeno un mese prima delle elezioni, non certo alla vigilia…”).

Tra noi e loro c’è un solco enorme, una serie di differenze che spero, in questi mesi, non siano passate inosservate. Siamo diversi perché le nostre storie sono diverse.

Andrea Rossi

Loro sono “uomini di apparato”, nati e cresciuti nei vivai del partito, che studiano da giovani per diventare politici. A noi, invece, la passione per la cosa pubblica non ce l’ha insegnata nessuno. Abbiamo competenze ma, di fronte alle regole della politica locale – dove non esiste meritocrazia e dove raramente si risponde dei propri errori – restiamo spesso increduli. E ci arrabbiamo.

Non abbiamo poltrone da difendere né interessi da tutelare. Se siamo scesi in campo l’abbiamo fatto solo per il bene della nostra città. Siamo solidali, ma non assistenzialisti e ai poveri, più che un piatto di minestra, vogliamo offrire una seria possibilità di riscatto. Non vitalizi, ma opportunità. Non elemosina ma soluzioni rigenerative. Perché chi reclama aiuto spesso non cerca un obolo, ma rivuole solo la sua dignità.

E lo stesso vale per gli anziani, per i quali esistono prospettive molto più innovative rispetto ad una casa di riposo. Sulla sicurezza, poi, siamo distanti anni luce. Per noi è una priorità, per loro un tema da confinare nell’ultima paginetta del programma. E potremmo andare avanti ancora a lungo.

In ogni caso – nel rispetto delle distanze – di fronte alla città bisogna sempre avere il coraggio di presentarsi con trasparenza e verità. Io l’ho fatto. Sono Andrea Rossi, giudicatemi per quello che sono. E se fra cinque anni vi avrò deluso mandatemi a casa con un calcio nel culo”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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