Adesso non traditeli

Dalle primarie è arrivata una nuova apertura di credito ai vertici del Pd. Del lavoro da fare ce ne è tanto

“Primarie, si rivede il popolo del Pd”. Oggi, sui quotidiani, mi pare questo il titolo più indovinato. È del Fatto quotidiano. Condivido meno quello di Repubblica: il Pd ritrova la sua gente.

Ma procediamo con ordine. Dopo il successo della manifestazione antirazzista di sabato, quella di ieri è stata un’apoteosi della democrazia. Circa un milione e 800 mila persone sono andate a votare per eleggere il nuovo segretario del Pd. Nel Cesenate sono stati 7.409 di cui 4.150 nella sola Cesena. Ha stravinto Zingaretti. Ora dovrà essere lui a non vanificare il segnale forte e chiaro arrivato sabato e ieri. Ma non solo: dovrà lavorare per riconquistare la gente del Pd.

Mentre i millennials si sono riavvicinati, il partitone fatica ad attrarre quella che era la sua base storica: i ceti popolari. Quegli elettori, come scrive oggi Repubblica, che sono andati con i 5Stelle e che, ora, paiono essere attratti dalla destra. Questo, fra l’altro, è quello che ha detto il voto in Sardegna.

Ma le condizioni per lavorarci ci sono tutte. La base di partenza è buona. Ieri c’è stata un’importante apertura di credito. L’ennesima e, forse, l’ultima. Adesso però saranno i nuovi vertici a non doverla vanificare. Oltre alle file per poter votare, una delle cose positive e che alle urne si sono visti molti giovani. Persone che hanno voglia di sinistra. Ma “sinistra” è molto più di un sostantivo. È una cultura, una visione della vita e della cosa pubblica diversa dall’attuale destra di governo che, soprattutto, con la sua visione sovranista rischia di isolare l’Italia in una fase storica nella quale è necessario avere una visione più aperta.


Nicola Zingaretti

Io credo che il primo passo del nuovo vertice Pd debba essere quello di tornare tra la gente, frequentando le piazze reali. Fra l’altro chi lo ha fatto mi ha detto che le risposte sono migliori rispetto a quelle di un anno fa. Poi Zingaretti e soci devono riaprire il dialogo con i corpi intermedi che continuano ad essere ignorati.

Insomma, di lavoro da fare ce ne è e tanto. Per farlo servirà molta volontà, unita a idee chiare e tanta, tantissima concretezza. Sapendo anche che questa è l’ultima chiamata: un’altra possibilità non ci sarà.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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