Il fumo negli occhi

Con la visita-spettacolo al cantiere Tav la premiata ditta Salvini-Di Maio riesce a distogliere l'attenzione dai temi più delicati e pericolosi per il governo

Chapeau. Ancora una volta quei furboni di Salvini e Di Maio sono riusciti ad orientare la comunicazione dove volevano loro. Con la sceneggiata della Tav hanno distolto l’interesse generale da tre argomenti per loro sgradevoli. Innanzitutto le analisi e i commenti  sulla recessione dove hanno dato via libera al presidente del Consiglio (fatico a chiamarlo premier) che ha detto che nel 2019 ci sarà una ripresa incredibile e sarà un anno bellissimo. Se lo dice lui. A me, però, è tornato in mente Padoa Schioppa, ministro del governo Prodi, quando disse: le tasse sono bellissime.

Ma il blitz di Salvini e le repliche di Giggino hanno fatto finire in secondo piano un’altra notizia che a me sembra importante: Savona è il candidato per la Consob. Non dimentichiamo chi è Savona. È il ministro col quale ci fu uno scontro fra i gialloverdi e il presidente della Repubblica. Mattarella disse no alla nomina di Savona a ministro dell’Economia e Di Maio arrivò a promettere l’impeachment. Il braccio di ferro lo vinse il presidente della Repubblica che però dovette accettare la nomina di Savona a ministro degli Affari europei. Era chiaro che restava l’uomo di maggior peso del governo. Quello delle strategie. Se però dopo circa otto mesi se ne va significa che ci sono dei problemi. Non si rinuncia alla punta di diamante tanto a cuor leggero.


https://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2018/03/05/di-maio-e-salvini-le-prime-parole-da-vincitori-lontani-ma-forse-non-troppo/

Del resto Savona era sparito dai radar da un po’ di tempo. Ovvero da quando aveva capito come sarebbe stata la legge di stabilità. Lui voleva sforare ed era pronto ad andare allo scontro con l’Europa, ma per finanziare gli investimenti, non per misure assistenzialiste.

Ci sono poi le divisioni sul Venezuela. È impensabile e ingiustificabile una simile spaccatura in politica estera. Soprattutto su un tema così delicato. Quello che sta succedendo nel paese sudamericano è gravissimo e noi abbiamo un governo diviso sulle decisioni da prendere. L’unica nota ufficiale è stato un documento di Conte che diceva tutto è il contrario di tutto: insomma, l’ecunumenismo alla massima potenza. Non va bene.

Giuseppe Conte

Invece la visita-spettacolo di Salvini al cantiere di Chiomonte della Tav ha spostato le attenzioni. Ma ha ragione Marcello Sorgi su La Stampa quando scrive: in realtà Salvini e Di Maio sanno benissimo che la ripresa dei lavori della Tav non è all’ordine del giorno, e si può scommettere che non lo sarà fino al 26 maggio, giorno delle elezioni Europee, così come fino alla stessa data difficilmente verrà resa nota la fantomatica analisi costi-benefici.

Allora, di cosa stiamo parlando?

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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