Rilanciare il progetto della nuova E45

Serve sia alla sicurezza che all'economia. Gli interventi attuali sono poco più che una toppa

Non so se le politiche di Lega e 5Stelle siano quelle giuste. Secondo me no. Però è giusto concedergli il beneficio del dubbio. Anche se, deve essere chiaro, il rischio che corriamo è molto alto. Non dovessero funzionare saremmo quasi senza rete di protezione.


Intanto una cosa è certa: per avere effetti benefici, devono produrre un aumento del Pil che al momento non è prevedibile. Secondo gli economisti è gonfiata anche la previsione del governo (1,7). Salvini, invece, ha detto che lui ritiene che si andrà oltre il due. Non so da cosa derivino le sue certezze. A me ha dato l’impressione di voler solo gonfiare i muscoli, cosa che gli riesce meglio. La crescita, comunque, è legata a quando (e se) partirà l’enorme mole di lavori pubblici previsti da Del Rio.

Per il 2019 il governo prevede lavori per 15 miliardi. Onestamente mi sembrano tanti. Però, è chiaro, dovessero centrare l’obiettivo arriverebbe una forte spinta per la crescita. Del resto il discorso è semplice: se il Pil non aumenterà non crescerà la ricchezza il paese non si metterà in moto. E per aumentare il Pil bisogna creare più posti di lavoro e quelli non li porta la cicogna, ma vanno incentivati gli investimenti. Se non ci sono quelli privati si deve spingere sui pubblici. Poi ci possono essere politiche di supporto. Come, ad esempio, tagliare il costo del lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato.

Su quali e quanti cantieri apriranno nel 2019 però non ci sono e non ci possono essere certezze. Il problema è la burocrazia, il vero macigno italiano. Però non pare ci siano le condizioni per essere ottimisti. Soprattutto se lo specchio è la gestione del dopo crollo del ponte Morandi a Genova. Non pare che il dicastero delle Infrastrutture, guidato dal ministro Toninelli, abbia dato una particolare dimostrazione di efficienza.

Quando si parla di Infrastrutture poi mi rode un tarlo. Quello della E45. Anzi, della nuova E45 o E55, chiamatela come volete. Continuo a credere che è stato un grosso errore (governo Renzi) bocciare il progetto per la trasformazione in autostrada. Un intervento da otto miliardi di euro tutto a carico del privato e immediatamente cantierabile. Ma, al di là, dell’aspetto economico, c’è anche quello della sicurezza.

I lavori per la costruzione della E45 (Archivio CMC)

È vero che sono stati stanziati dei soldi per migliorare la situazione. Ma è poco più che una toppa. Un maquillage. L’arteria stradale è completamente inadeguata. Chi la percorre lo sa. Servono interventi strutturali che poi sono quelli previsti dal progetto che era stato approvato dal Cipe. C’è poi il tema del collegamento Cesena – Mestre che è fondamentale per la crescita dell’economia cesenate è romagnola.

La necessità di rilanciare il progetto della nuova E45 è sottolineata anche dal ravennate Antonio Patuelli, presidente Abi, che, intervistato dal Corriere Romagna, parlando di infrastrutture sulle E45 dice: “Bisogna ripartire dal project financing, facendo convergere capitali italiani ed europei e prevedendo, per un certo numero di anni, il pagamento di un pedaggio”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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