Torna la San Giovanni e sale la tensione

Non andrò bene, ma resta l'unica competizione che fin dalla mattina mi fa entrare in clima agonistico

Ci siamo. Anche quest’anno è arrivato il giorno della Notturna di San Giovanni. Quella che per me è la podistica di Cesena. Non me ne vogliano gli appassionati del Giro dei Gessi o delle altre corse cittadine, ma la San Giovanni è tutta un’altra cosa. Forse perché è legata al patrono. Forse perché è l’unica alla quale assistono gli amici. Probabilmente non c’è un vero motivo scatenante. La San Giovanni la adoro e basta.

Comincio a pensarci quindici giorni prima. La Ridolfi, la salita spaccagambe, diventa l’incubo dell’ultima settimana.

Quest’anno la corro con una preparazione non eccellente. Di mio sono già lento e quest’anno lo sarò ancora di più. Pensavo che questa consapevolezza facesse diminuire la pressione. Niente di tutto questo. Resta la tensione. Da questa mattina sono concentrato sul percorso. C’è una gran voglia di preparare la borsa, gesto che prima degli appuntamenti sportivi più sentiti per me è sempre stato un rito. Insomma, sono già in clima agonistico. Coda che negli altri 364 giorni non mi succede. Poi so già che un’ora prima della partenza comincerò ad avere gli occhi della tigre. E durante il riscaldamento, che di solito faccio con leggerezza, nulla sarà lasciato al caso. A partire dagli esercizi di respirazione. E, negli ultimi venti minuti, si comincerà a concentrarsi sulla partenza.

Quindi via. In gruppo. Con il serpentone che si allunga in via Fiorenzuola. Poi nella strada di Rio Marano. Quindi, dopo circa sei chilometri, ecco la Ridolfi. L’obiettivo resta lo stesso: correrla tutta. Poi il rifornimento. Quindi la picchiata verso Ponte Abbadesse in attesa della salita di Porta Montanara. Altra picchiata, ma non al massimo. L’obiettivo è risparmiare qualche energia da spendere all’arrivo per esagerare davanti agli amici.

Il tutto per che cosa? Per arrivare, per quanto mi riguarda, in una posizione più o meno pessima. Ma non conta. L’importante è averla onorata. Aver dato tutto. Perché la San Giovanni va onorata dal primo all’ultimo metro.

Questo post è stato letto 78 volte

Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *