Conclusa a Cesena la conferenza internazionale Foodomics 2018

Si è concluso oggi 12 gennaio a Cesena presso il Teatro Verdi Foodomics 2018 – From Data to Knowledge, 5° edizione della conferenza internazionale inerente le scienze omiche applicate agli alimenti. L’evento, promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna e da Ce.DRA (Centro per la diffusione dei risultati nelle ricerche agricole e alimentari, emanazione di Ser.In.Ar.), ha portato in Romagna ben 180 scienziati provenienti da diversi paesi (Italia, Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Romania, Germania, Ingheria, Svizzera, Hong Kong, Cina, Gran Bretagna, Finlandia, Rep. Ceca, Portogallo e Corea del Sud) con l’obiettivo di confrontarsi sulle sperimentazioni alimentari oggetto della ricerca della comunità scientifica internazionale, che potranno avere sviluppi e possibili attuazioni in un prossimo futuro.

“La Foodomica – spiega Francesco Capozzi (Università di Bologna e Presidente del Comitato Scientifico dell’evento, nella foto) – è la scienza che applica agli alimenti i metodi della genomica, proteomica e metabolomica: tramite tali analisi è possibile valutare oggettivamente gli effetti del cibo sugli esseri umani: tutto ciò avviene su base scientifica, in quanto i nostri studi si fondano su valutazioni molecolari che fotografano l’impronta digitale degli alimenti e studiano il loro effetto sul metabolismo umano. Questa disciplina, quindi, apre strade nuove, in quanto può offrire informazioni utili sul rapporto alimentazione/salute, sulla prevenzione di malattie e sull’identificazione di diete appropriate”.

Quest’anno sono state definite 4 grandi aree di confronto, guidate da altrettanti esperti di fama mondiale. Si è partiti nella prima sessione con un approfondimento curato dal prof. Oliver Schlüter (Leibniz Institute for Agricultural Engineering and Bioeconomy (ATB) – Germany), che ha tracciato possibili scenari futuri in merito alla ricerca di fonti alternative alle proteine animali per ricavare nutrienti nobili, ponendo l’attenzione su insetti e alghe e sugli aspetti legati alla sicurezza alimentare e il benessere per l’organismo di queste nuove risorse, consci del fatto che ad oggi non esistono ancora sistemi consolidati di analisi a proposito.

Si è passati poi, con il supporto del prof. Gwen Falony (Rega Institut – Belgio) all’approfondimento del rapporto fra alimento e microbiota (insieme di microbi presenti nell’intestino) in merito alla digestione e all’assorbimento dei cibi, con particolare riferimento agli sforzi della ricerca di comprendere l’influenza dell’alimentazione nel mantenere o generare una popolazione di microrganismi equilibrata, in grado di stimolare difese immunitarie adeguate e combattere i microbi patogeni.

Un interessante spunto è, poi, venuto dal prof. Edith Feskens (Wageningen University – Olanda) che si è soffermato sulla necessità di misurare in maniera scientifica l’alimentazione delle persone, troppo spesso individuata tramite soluzioni empiriche e quindi passibili di inesattezze. E’ stato quindi illustrato come, tramite esami delle urine e del sangue, sia possibile cogliere con precisione la quantità di molecole (marcatori) di singoli alimenti, tramite le quali si comprende quantità e frequenza di assunzione di un determinato cibo: a questo proposito le prima sperimentazioni sono state effettuate su carni e prodotti caseari.

L’ultima sessione, curata dal prof. Uberto Pagotto (Università di Bologna) ha posto l’attenzione sul rapporto alimentazione e salute, riferendosi al rischio obesità e all’analisi di cibi, ricchi di grassi e zuccheri, che, per propria conformazione molecolare, possono diventare una sorta di droga per l’organismo. Il prof. Pagotto ha, inoltre, sostenuto l’importanza di giungere ad un’analisi scientifica degli alimenti, specie per le diete, al fine di sfatare luoghi comuni che tendono all’eliminazione pressochè massiva di cibi (vedi i latticini), senza analizzarne le caratteristiche.

Di grande interesse anche le argomentazioni della prof.ssa portoghese Ana Teresa Serra che ha presentato una ricerca in merito a certe molecole presenti sulle rape e nel cavolo nero, che potrebbero avere funzioni anti-cancro, combattendo cellule pretumorali latenti nell’organismo e divenire, in un prossimo futuro, la base per la sperimentazione di nuovi farmaci basati su molecole naturali.

 

 

Questo post è stato letto 114 volte

Avatar photo

Gigi Mattarelli

Gigi Mattarelli è legale rappresentante dell'agenzia di pubblicità Grafikamente, oltre che giornalista pubblicista da circa 30 anni, con una predilezione spiccata per la comunicazione sociale. E' direttore responsabile della rivista "Percorsi Solidali" edita dalla stessa Grafikamente, che da quasi 10 anni racconta storie di volontariato, cooperazione e associazionismo locale. Nel tempo libero dà sfogo alle sue grandi passioni, ovvero la bicicletta, il tifo per l'Inter e la venerazione per un gruppo musicale "cult" italiano, i Nomadi. E' autore dei volumi "C'era un volta un re bisre, bisconte, binè..." che ricorda la figura di don Amedeo Pasini, "Forlì&dintorni su due ruote" (ovvero 20 percorsi in biciletta alla scoperta della Romagna). "Il ruggito del Leone" (dialoghi con Romano Baccarini), "Un sorriso contagioso" (che racconta la storia di Luca Berardi, atleta forlivese campione di nuoto e sci nordico) e "Innamorata di Dio. Bendetta Bianchi Porro raccontata ai ragazzi". 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *