Nuova legge elettorale, le priorità

C'è bisogno di votare in giugno? Attenzione alla fretta. Sì al proporzionale e al premio di maggioranza. No alla soglia di sbarramento bassa e ai capolista bloccati

Accelerazione verso il voto. Il 27 febbraio la discussione sulla nuova legge elettorale approderà alla Camera. Il che fa pensare che si potrebbe votare un giugno. Però bisognerà correre. Anche in considerazione del fatto che ci saranno dei tentativi di rallentare il percorso. Essendoci una sorta di accordo tra Pd, 5Stelle e Lega è chiaro che i voti non mancheranno. Una forma di ostruzionismo potrebbe essere provato dalla minoranza Pd che però appare abbastanza isolata. Del resto anche Forza Italia potrebbe allinearsi al gruppone soprattutto se verrà varata, come sembra, una legge elettorale proporzionale.

Non ci sono ancora certezze, ma pare certo che la proposta sia quella di proporre quel che resta dell’Italicum anche al Senato. Se restasse così come è adesso non mi piacerebbe.

Premetto che non capisco e non condivido la voglia e la necessità di andare a votare a giugno. A mio avviso si potrebbe tranquillamente arrivare a fine legislatura, febbraio 2018. Per la verità, capisco e condivido (dal loro punto di vista) la posizione di 5Stelle e Lega, ma assolutamente no quella di Renzi. La sua convinzione poteva essere giustificata quando, dopo il referendum, si è dimesso. Aveva ragione a temere un logoramento. Un po’ quello che successe in passato, quando il Pd, per senso istituzionale, appoggiò il governo Monti e pagò un prezzo elettorale altissimo; Bersani perse delle elezioni che erano già vinte. Adesso la situazione è diversa. Gentiloni non solo sta imponendo uno stile diverso, più compassato, ma sta svelenendo il clima. Inoltre il suo governo cresce nel gradimento. È vero che è partito da una quota molto, molto bassa. Ma vedere che un esecutivo cresce nel gradimento della popolazione è un fatto ormai più unico che raro. È chiaro, nella voglia di Renzi di fare in fretta c’è anche l’intenzione di mettere in difficoltà D’Alema nella costruzione di un nuovo partito, operazione che necessiterebbe di un po’ di tempo. Ma Renzi voleva andare al voto a prescindere, un atteggiamento che dà l’impressione di ricordare quello dei bambini capricciosi che dopo aver perso vogliono subito la rivincita.

Foto Palazzo Chigi https://www.flickr.com/photos/palazzochigi/

Da qui l’accelerazione. Ma bisogna fare attenzione perché la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi. A me una legge proporzionale non dispiace. Ero un profondo estimatore del Mattarellum, ma è un sistema elettorale soprattutto maggioritario e, quindi, è propedeutico a favorire l’uomo forte, figura che non mi è mai piaciuta. Anzi, mi fa venire l’orticaria. Pericolo che invece non si corre o si corre molto meno con un proporzionale come quello nato dopo che la Consulta ha parzialmente azzoppato l’Italicum. Non mi dispiace il premio di maggioranza al quaranta cento. Anzi è interessante. Ritengo che se una forza politica dovesse ottenere oltre il quaranta per cento dei voti dovrebbe essere messa in grado di governare e quel premio lo consentirebbe.

Non mi piacciono invece la soglia di sbarramento al tre per cento. Dovrebbe essere più alta, almeno il sei, ma la soglia ideale sarebbe l’otto. Questo per evitare la proliferazione di piccoli partiti. Non ho niente contro di loro. Sono e saranno sempre molto utili alla crescita del processo democratico, ma, nello stesso tempo, va evitato il pericolo balcanizzazione del Parlamento.

Non mi piacciono neppure i capolista bloccati. È un potere troppo grande dato alle segreterie dei partiti soprattutto in un momento in cui c’è un coinvolgimento, a mio avviso, sempre minore della società civile e della democrazia partecipata. Da questo punto di vista mi aspetto risposte chiare e univoche da parte dei 5Stelle. Se ci sono devono battere un colpo.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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