L’addio a Romeo Lombardi, padre fondatore della cooperazione italiana

Qualche mese fa Romagna Post aveva pubblicato un suo lungo scritto (“L’Italia che ho vissuto, l’Italia che vorrei”) che, letto oggi, suona come un vero e proprio testamento spirituale. È con intensa commozione che diamo l’addio al cavaliere Romeo Lombardi, riconosciuto come uno dei padri fondatori della cooperazione agroalimentare italiana ed europea dal Dopoguerra ad oggi e tra i fondatori di Legacoop Romagna. Romeo si è spento all’IRST di Meldola lo scorso 25 febbraio, combattendo con il coraggio che lo contraddistingueva contro la temibile malattia che l’aveva colpito da tempo.

Romeo Lombardi

L’affetto di Legacoop
«Romeo Lombardi – lo ricorda il direttore generale di Legacoop Romagna, Monica Fantini – è stato per me un maestro e un riferimento di cosa significa essere cooperatori. Romeo era un cooperatore di quelli tenaci e curiosi, per cui il tempo era l’opportunità irrinunciabile per lasciare un segno al servizio della Comunità, a partire dai più deboli. In un percorso senza specchietti retrovisori, ma capace di un rinnovamento coerente verso ciò che la cooperazione deve, prima di tutto, essere: equa, altruista e giusta».
«È stato un esempio per tutti – sottolinea il vicepresidente di Legacoop Romagna, Mauro Pasolini – non solo per quello che aveva realizzato nella sua lunga carriera, ma per la capacità di continuare a progettare il futuro con una spinta intellettuale, morale e culturale che non si spegnerà mai. Non possiamo che ringraziarlo per il grande patrimonio ideale che ci ha lasciato».
«La scomparsa di Romeo Lombardi – ha scritto il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane e attuale Minsitro del Lavoro, Giuliano Poletti in un messaggio letto durante le esequie – mi rattrista profondamente». «La nostra amicizia – prosegue il memoriale – si era rafforzata nel corso degli anni, alimentata da un comune impegno per lo sviluppo della cooperazione come strumento di emancipazione delle classi più deboli, per la loro crescita economica e sociale. Romeo era un vero cooperatore, animato da una passione umana autentica e da una forte consapevolezza dell’esigenza di cercare modelli e percorsi per innovare il ruolo della cooperazione, in linea con l’evoluzione sociale, con l’emergere di sensibilità e di bisogni nuovi. La testimonianza migliore di questa tensione è il suo splendido lavoro che ha portato alla nascita di Apofruit e allo sviluppo delle produzioni biologiche nel nostro paese. Il suo percorso professionale, con l’intelligenza e la dedizione che lo hanno ispirato, insieme con la sua attenzione costante alle dinamiche sociali e la sua passione civile, ne fanno un esempio per tutti i cooperatori. Conserverò per sempre nel cuore il suo ricordo e mi stringo alla famiglia in un abbraccio affettuoso».

Il ricordo di Apofruit
Anche il Presidente, il Direttore e il Consiglio di Amministrazione di Apofruit Italia in rappresentanza di tutti i soci produttori, dei lavoratori e del gruppo dirigente, hanno manifestato il più sentito cordoglio per la scomparsa di Romeo Lombardi.
«Dal 1990 al 1995 – si legge in una nota della cooperativa – fu il primo amministratore delegato della cooperativa nata dall’unificazione dei produttori ortofrutticoli di Forlì e Cesena. È anche grazie alla sua visione e alla sua capacità di lavorare sempre dalla parte dei soci se oggi la cooperazione agroalimentare romagnola rappresenta uno dei principali esempi in Europa e nel mondo».
«La competenza e le immense capacità professionali di Lombardi – prosegue il ricordo di Apofruit – hanno attraversato tutte le grandi tappe nell’evoluzione del settore, dalla rivoluzione dei modelli gestionali alla nascita delle politiche commerciali, dall’avvio dei rapporti con la grande distribuzione fino alle fusioni e al raggiungimento dell’attuale dimensione nazionale. Nonostante le grandi prove a cui la vita lo aveva sottoposto, alla base della sua azione aveva sempre conservato uno spirito irreprensibile, animato dai valori che hanno fatto grande la cooperazione: solidarietà, mutualità, democrazia.Pioniere della lotta biologica e dell’innovazione varietale, con lui se ne va un patrimonio straordinario non solo di sapere tecnico, ma soprattutto di spinta ideale».

Il saluto di Alimos
«Raramente il pensiero di un uomo di ormai quasi 74 anni è stato proiettato al futuro con tanta forza, costanza e coerenza». Così lo ricordano il direttore di Alimos Massimo Brusaporci e il gruppo formato da tanti giovani lavoratori di cui Romeo Lombardi si era voluto circondare per promuovere quella che per lui era diventata da anni una irrinunciabile priorità: la promozione di una sana e corretta alimentazione e la lotta all’obesità, soprattutto infantile.
«Un pensiero non sempre ottimista – ricorda lo staff di Alimos – ma sempre pronto a rincorrere la modernità e la contemporaneità sia dal punto di vista delle nuove tematiche da affrontare sia dal punto di vista dei nuovi strumenti da utilizzare. Social network, tablet, app: Romeo Lombardi non ha mai avuto dubbi sul fatto che le problematiche del futuro andassero affrontate con gli strumenti del futuro e lui stesso non ha lesinato in prima persona curiosità e impegno nel confrontarsi lucidamente con ogni nuova realtà», lo ricordano i colleghi. «E dunque la crisi non come alibi ma come occasione per innovare e creare una prospettiva più rosea per i giovani; gli errori e i malgoverni non come fonte di depressione, ma come stimolo a rimboccarsi le maniche e rinnovare l’Italia: il tutto nell’ottica della sua amata cooperazione, nella convinzione sempre più salda che fare squadra sia stata, sia e sarà l’unica strada per competere a livello globale, sia per le aziende sia per gli esseri umani», conclude la nota. «Queste le testimonianze e le eredità più forti che il suo ultimo gruppo intende affettuosamente serbare nell’animo e proseguire quotidianamente nel lavoro iniziato insieme. Che la terra ti sia lieve Presidente».

Chi era Romeo Lombardi
Nato nel 1940 in piena Seconda Guerra Mondiale da una famiglia di produttori agricoli mezzadri, già all’età di 16 anni Romeo Lombardi aveva iniziato a lavorare con il padre e dopo il diploma da perito agrario era stato assunto dalla Lega Cooperative provinciale, dove negli anni Cinquanta e Sessanta ebbe un ruolo fondamentale nell’organizzare i piccoli produttori agricoli nelle prime cooperative agroalimentari.
Fu tra i primi, insieme al professor Giorgio Celli, a introdurre in Italia la lotta guidata e la lotta integrata per ridurre drasticamente l’uso della chimica in agricoltura a difesa della salute del territorio, dell’ambiente e degli insetti utili all’agricoltura. Memorabili le sue campagne contro le multinazionali che producevano gli antiparassitari e i docenti universitari che – come diceva lui – venivano “foraggiati” dalle grandi aziende. Fu un pioniere assoluto della produzione biologica con la costituzione a Cesena della prima biofabbrica in Italia per la produzione di insetti utili in sostituzione dei pesticidi.
Negli anni Settanta e Ottanta fu ancora protagonista nello sviluppo verso i mercati esteri, sempre tenendo al centro il bene dei soci produttori agricoli. Divenne presidente dell’Associazione Provinciale delle Cooperative Agricole, quindi tra gli anni Ottanta e Novanta fu protagonista attivo della laboriosa attività per l’unificazione delle cooperative ortofrutticole in un’unica azienda di cui divenne Amministratore Delegato. Era nata Apofruit, oggi tra i principali soggetti dell’agroalimentare italiano ed europeo, alla base del successo di marchi come Almaverde Bio.
Dal 1995 al 2005 era quindi stato responsabile nazionale Ortofrutta di Legacoop Agroalimentare nazionale. Negli ultimi anni Lombardi si era dedicato con passione alla promozione della sana alimentazione rivolta soprattutto ai bambini delle scuole primarie e attraverso moderni e innovativi modelli didattici, divenendo presidente della cooperativa educativa Alimos.

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