La Settimana del Buon Vivere per Serena Dandini

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C’è anche la Settimana del Buon Vivere di Legacoop Forlì-Cesena tra i sostenitori del progetto teatrale “Ferite a Morte” (www.feriteamorte.it) promosso da Serena Dandini contro la violenza di genere. La prossima data, dopo i “sold out” di Bologna e Palermo, sarà a Genova il 9 dicembre, ma è previsto che lo spettacolo arrivi presto anche a Forlì.

Ferite a Morte è una ‘spoon river’ delle donne morte per femminicidio. Attingendo a fatti di cronaca realmente avvenuti, Serena Dandini, in collaborazione con Maura Misiti, demografa e ricercatrice del CNR, ha scritto un’antologia di racconti per dare voce alle donne vittime di questo fenomeno. A portare in scena i testi sono donne di spicco del mondo dello spettacolo, del giornalismo, della società civile come Concita DeGregorio, Micaela Ramazzotti, Eleonora Danco, Lunetta Savino, Fiorenza Sarzanini, Raffaella Lebboroni, Silvia Avallone, Ambra Angiolini, Thony, Emanuela Grimalda, Elisa, Giorgia Cardaci, Lorella Zanardo, Josefa Idem, Ema Andrea e Susanna Camusso.

“Ferite a morte” ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica alla sottoscrizione della “Convenzione NO MORE! Contro il femminicidio” si può firmare sul sito: http://convenzioneantiviolenzanomore.blogspot.it/)

che chiede fra l’altro al Governo e alle istituzioni italiane di discutere urgentemente le proposte in materia di prevenzione, contrasto e protezione delle donne dalla violenza maschile e la ratifica immediata della Convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul 2011). “Ferite a morte” sostiene, inoltre, la rete dei centri D.i.Re, i centri antiviolenza e le associazioni presenti nei territori.

«È un’occasione per portare in modo forte l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale su un tema che continua a rappresentare una ferita aperta per tutto il Paese», spiega l’ideatrice della Settimana del Buon Vivere Monica Fantini, direttore di Legacoop Forlì-Cesena. «Abbiamo deciso di fare parte di questa iniziativa perché il progetto di Serena Dandini ci ha convinto in pieno, per l’innegabile continuità con i temi che ogni anno andiamo a rappresentare portando l’attenzione sull’incontro tra generazioni e culture come occasione di rinnovamento e di programmazione di un domani più equo».

«Il nostro sostegno – conclude Monica Fantini – vuole ribadire come ogni giorno debba in realtà essere il buon motivo per parlarne e per fare sensibilizzazione, a partire dai più giovani. Vuole ribadire come gli atti celebrativi non siano sufficienti a denunciare ed educare rispetto ad azioni quotidiane e costanti che è responsabilità di tutti assumersi, prima di tutto come persone. Fintanto che ogni anno centinaia di donne moriranno a causa di violenza gratuita, non possiamo pensare di essere il luogo sano in cui far crescere in nostri figli. Ecco allora che l’impegno oltre che politico e istituzionale diventa collettivo e ci coinvolge in un problema che non è solo di chi subisce violenza ma dell’intera Comunità in cui questa si manifesta. La violenza mina la libertà di ognuno di noi».

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