Creare connessioni: applicare la Ricerca

 

Abbiamo fatto enormi passi in avanti nel campo della Ricerca Scientifica.
Per perseguire l’obiettivo del benessere collettivo, dobbiamo reimparare a dare delle priorità. Quella di generare un nuovo modello di sanità più funzionale, più utile a ciascuno, richiede una revisione delle conoscenze.
Per formulare delle ipotesi rigorose di lavoro, dobbiamo partire da dati certi.
Oggi la letteratura scientifica ha dati certi su una pletora di patologie che ancora non sono applicati e che rientrano in quella macro area di studio definita Nutraceutica. Questo termine deriva dalla fusione tra chimica farmaceutica e nutrizione e indica lo studio degli effetti di alimenti, alimenti funzionali, estratti vegetali, parti di estratti nei confronti dell’organismo. Inoltre, tale disciplina si pone lo scopo di identificare l’esistenza di relazioni tra la composizione chimica dei nutraceutici studiati ed il profilo di attività.
Il mondo della Ricerca Scientifica ha dedicato un esteso lembo delle proprie forze al settore «nutraceuticals discovery». Alcuni dei risultati sono stati pubblicati su importanti riviste di settore. Aziende di varie dimensioni si sono affacciate sul mercato con proposte valide. Il settore mercelogico dei food supplements ha segnato importanti passi in avanti, e nonostante la crisi il consumo di nutraceutici continua a salire vertiginosamente.
Per questo, è bene progettare un sistema che consenta di ottenere i massimi benefici in termini di salute e dei costi da un settore in espansione. Allora occorre inserire le nuove conoscenze all’interno di un sistema che ancora non può essere penetrato da quelle informazioni di natura scientifica.
Dunque risulta prioritaria la creazione di connessioni. Connessioni tra il mondo della ricerca e il mondo della medicina applicata, dentro alle strutture cliniche, sia private che pubbliche.
Non si può decontestualizzare una ricerca scientifica e, quando possibile, si deve fare in modo che tutti possano trarne beneficio in tempi utili. Si deve pensare di poter creare, attraverso tutte le figure che compongono il corpus sanitario, un nuovo modello di intervento su patologie di pertinenza cronico-degenerativa.
Dobbiamo dare il giusto ruolo a tutte le figure che fanno parte della sanità.
Conosco molto bene le complessità che si frappongono nel cammino verso un sistema diverso. Occorre dare l’avvio alla formazione di una coscienza collettiva che, divenendo coscienza professionale, vale a creare nei gruppi di colleghi uno stato d’animo nuovo e ad impedire che vi siano competizioni di categoria.
La visione unitaria prevede l’integrazione e l’azione complementare tra le diverse figure sanitarie.
Allora ci si scontra con degli ambiti, ma soprattutto con dei limiti all’interno di ciascun ambito. Non si deve sforare per non creare disarmonia, ma d’altro canto non si deve mai perdere di vista la prima missione di ciascuna persona impegnata sul fronte della Ricerca, della Cura, della Fornitura di servizi per la salute che è il benessere dell’utenza.

Questo articolo vuole essere un invito verso tutti i lettori alla collaborazione. Non dobbiamo continuare a cercare quali sono i limiti. Adesso è il momento di cercare di abbattere i muri, perché abbiamo una mole di conoscenze molto elevata che necessita di essere introdotta in un sistema che ancora è chiuso e dobbiamo aprire.

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