Inclusione sociale, qualcosa si muove. Se ne è parlato alla Biennale di Lugo

Stato e Regione si attivano per le fasce più deboli. Fondamentale il ruolo delle coop di inserimento lavorativo

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«Finalmente in questo Paese si comincia a dare una risposta ai bisogni delle fasce più deboli e alle persone che sono state escluse dal mondo del lavoro». Emiliano Galanti, responsabile cooperative sociali di Legacoop Romagna, giudica molto positivamente le misure regionali e nazionali che mirano a integrare il reddito per i nuclei famigliari e gli individui in difficoltà. «Si introduce qualcosa di molto simile al reddito di cittadinanza», dice Galanti. Se ne è parlato sabato 17 settembre a Lugo, nel corso della tavola rotonda organizzata insieme ad Agci e Confcooperative e intitolata “Contrasto alle povertà e inclusione sociale: il ruolo della cooperazione”.
Ospiti della serata anche Carla Golfieri (Dirigente Area Welfare Unione Comuni Bassa Romagna), Patrizia Masetti (Agci) e Antonio Buzzi (Presidente Sol.co).Al “Sia”, sostegno per l’inclusione attiva stanziato dal Governo, si dovrebbe aggiungere presto il “Res” della regione. «Credo che i nuovi bisogni vadano intercettati con misure nuove – ha spiegato Francesca Marchetti, consigliera regionale –  trovando nuovi partner e rilanciando la rete con la cooperazione sociale di tipo B, soggetto fondamentale per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati».

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Paolo Pingani

Nato a Reggio Emilia nel 1957, laureato in lettere moderne all’Uni­versità di Bologna, ha insegnato italiano, storia e latino alle medie e alle superiori fino al 1988. Dal 1989 ha lavorato come giornalista al Resto del Carlino e al settimanale Qui; dal 2001 al 2011 è stato portavoce del presidente della Provincia di Ravenna. Attualmente è presidente della cooperativa ravennate di giornalisti 'Aleph'.