Il panettone in Romagna si fa dal dopoguerra

Non tutti sanno che in Romagna si è cominciato a produrre il dolce tradizionale di Natale sin dal dopo guerra. Lo ricordano bene gli arzilli “vecchietti” ex dipendenti Deco Industrie che ogni anno si ritrovano per celebrare gli “Anni che furono….”.

“ Hanno cominciato che erano ancora dei ragazzini, qualcuno aveva solo 14 anni!!” -ricordano e correva l’anno 1945. Erano gli anni della ricostruzione, della miseria, del dopoguerra e della voglia di ricominciare. I dipendenti della Cofar lavoravano per la prima cooperativa romagnola specializzata nella produzione di pane e pasticceria, assorbita poi negli anni ’90 da Deco Industrie ed oggi importante produttore nazionale di prodotti da forno, biscotti, dolci per le festività, granetti e surrogati del pane. Il primo forno industriale della Cofar si trovava nei pressi del Candiano, poi nello stabilimento di via Doberdò, inaugurato con solennità da Benigno Zaccagnini nel 1959, per arrivare ai giorni nostri con il grande stabilimento di San Michele (che oggi tra fissi e stagionali occupa circa 200 persone). La rivendita del pane era invece in piazza, in pieno centro storico ricordano i nonni della Deco Industrie, che con il loro duro lavoro hanno portato il pane in una città devastata dalla guerra e dalla miseria. In pratica, questi uomini e donne hanno “sfamato l’intera città di Ravenna con pane fresco – come rievoca qualcuno – nel 1945 quando la guerra era appena finita e c’era bisogno di tutto”.  Sono in tanti a raccogliere le testimonianze tra lacrime e commozione, di una vita intera vissuta tra le mura di un’azienda che è stata per molti una famiglia. Lo ricorda bene, l’ex sindacalista Bruno Randi, che aveva solo 14 anni quando cominciò a lavorare nel 1945 come addetto al forno. Allora si produceva pane e poi pasticceria, il famoso “panfrutto”, brioche e panettoni, era il Natale del 1955… come ricorda la signora Adelia Zanfini o Roberta Buccella, che ancora bambine coprivano dei turni di 12/14 ore di giorno e di notte. “Una volta – rievoca la signora Adele – la polizia ci fermò alle 3 mentre io e una mia collega quattordicenne pedalavano verso lo stabilimento – dovette intervenire il responsabile della fabbrica, perché ci lasciassero andare. Allora la fame, ma la voglia di ricominciare era tanta – dice la signora Doriana Olivoni in fabbrica dal ’58 e tutti erano pronti a fare grandi sacrifici. Lo ricorda bene anche la signora Carla Cortesi entrata in fabbrica nel ’54 ad appena 14 anni o Anna Dradi che cominciò a lavorare a 16 anni. “Si facevano turni dalle 6 di mattina alle 18.00 o dalle 18.00 alle 6 del mattino seguente, senza sabato e domenica, Pasqua e Natale – ricorda la Zanfini – ma in Cofar abbiamo solo ricordi belli. Ad accoglierli Giorgio Dal Prato, ad di Deco Industrie, che proprio nel 1955 nasceva e non ha ricordi diretti, ma nella rievocazione di quei gloriosi anni per lo sviluppo della città, si sofferma sull’impegno dell’azienda romagnola di investire e di contribuire al benessere della comunità: “nel 2011 abbiamo speso in salari circa 7 milioni di euro, oltre il 10% in più rispetto lo scorso anno – perché abbiamo regolarizzato alcuni stagionali e prolungato il lavoro di molti operai fino a 9 mesi di lavoro, distribuendo denaro nella nostra comunità in tempi ancora di crisi e turbolenti”.

Oggi Deco Industrie produce circa 22.000 quintali di panettoni, pari a circa 3 milioni di pezzi. La stagione della produzione natalizia di panettoni e pandori non è ancora chiusa e Deco Industrie spera di prolungarla fino alle prime due settimane di dicembre.  Ricordiamo che lo scorso anno sono stati consumati oltre 10 mila tonnellate di prodotti artigianali (tra panettoni e pandori) e circa 42 mila tonnellate di prodotti industriali, quindi un dato nazionale molto importante. Il mercato italiano sviluppa circa sulle 55 mila tonnellate divise tra 30 mila di panettoni e 20 mila di pandori più altri 5 mila di altri prodotti. Dunque una produzione importante per l’industria dolciaria e anche per l’azienda romagnola si tratta di un mercato importante, soprattutto quello estero che da solo vale circa 6 milioni di €uro. La crisi economica ha investito e contribuito ad innalzare i prezzi delle materie prime – come ha confermato Giordano Graziani, presidente Deco Industrie – Nonostante la crisi economica che ha investito soprattutto il settore degli ingredienti primari, le vendite sono state stabili rispetto allo scorso anno e la produzione si è mantenuta su livelli ottimali”.  Lo scorso anno, lo stabilimento di San Michele ha confezionato circa 2,4 milioni di pezzi, pari a circa 20.000 quintali, quest’anno il dato è in crescita perché sono stati prodotti 22.000 quintali e per sopperire alle esigenze produttive sono stati assunti 110 stagionali rispetto ai 90 dipendenti a contratto indeterminato che lavorano sulle linee dei prodotti “continuativi” come crostini e biscotti. In particolare, il prodotto più venduto rimane il panettone, sia in astuccio, che nell’”incartato a mano” confezione di lusso, sia  nella confezione regalo con valigetta e bottiglia. Apprezzati soprattutto i marchi Pineta e Fornobuono.  Tra i Paesi più interessati al nostro panettone – ha confermato Luigi Terzi dell’Ufficio Export – ricordiamo gli Stati Uniti e l’Europa dell’Est che apprezzano il panettone tradizionale Fornobuono”. E per Deco Industrie che produce pandori e panettoni dal 1953, sia con il proprio marchio Pineta che sotto altri brand, nelle classiche confezioni in sacchetto e astuccio, ma anche “nell’incartato a mano”, che tra l’altro viene acquistato da diverse aziende locali come regalo natalizio, si tratta di un importante settore industriale, con un 15% esclusivamente dedicato al mercato estero. “Rispetto allo scorso anno – ha dichiarato Graziani – c’è stato una lieve crescita per la produzione dei dolci da ricorrenza, mentre si è concretizzato e stabilizzato il mercato estero, quest’anno poi in particolare abbiamo aggiunto anche la Cina tra i Paesi che acquistano prodotti dolciari nella nostra azienda”.

Struttura Deco Industrie  (1951-2011)Deco Industrie produce con i propri marchi Scala, Pineta e Loriana e per conto delle principali catene di supermercati Italiani. Nata nel 1951 come piccola cooperativa produttrice di detersivi, dopo un percorso di crescita e di diversificazione, oggi commercializza detersivi, biscotti, dolci da ricorrenza, piadina e panetti croccanti. Tre sono le sedi dell’azienda romagnola: Bagnacavallo (detergenza), San Michele e Forlì (alimentare), le persone impiegate sono circa 250 che aumentano nel periodo di produzione di colombe pasquali e panettoni: tutta questa organizzazione consente di produrre e spedire ai propri clienti, ogni giorno, 300.000 confezioni di prodotto. Il 2012 si chiuderà con il record storico per quanto riguarda il fatturato e con una buona redditività se si considerano gli straordinari aumenti nei costi delle materie prime in un contesto di stagnazione dei consumi. Giorgio dal Prato è soddisfatto anche se ha confermato che ci “aspetta ancora un anno delicatissimo, perché secondo Nielsen la ripresa dei consumi avverrà solo nel 2013”.

Chiara Duranti

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