Aborto negli Usa, passo indietro di 50 anni

Intervento di Alex Giovannini

di Alex Giovannini*

La Corte suprema degli Stati Uniti ha cancellato il diritto all’aborto, annullando la storica sentenza Roe v. Walde, che 50 anni fa aveva reso l’aborto un diritto costituzionale, legalizzandolo a livello federale. La maggioranza conservatrice della Corte suprema con sei voti contro tre ha cancellato il diritto costituzionale all’aborto. Ora saranno i singoli Stati a poter imporre leggi anche più restrittive. Dopo la decisione della Corte Suprema Usa, il Missouri è il primo Stato statunitense a vietare l’aborto, con la sola eccezione delle emergenze sanitarie. Per fortuna, in altre parti degli Stati Uniti invece le strade si sono riempite di voci di protesta contro una decisione che riporta gli Stati Uniti indietro di 50 anni e priva le donne di libertà di scelta sulle loro vite. 

Il loro destino non dipenderà solamente dalla geografia, perchè le più colpite secondo tutte le analisi saranno le donne con redditi più bassi e appartenenti ai gruppi cosiddetti marginalizzati, da quanto riporta l’istituto Guttmacher: l’impatto sproporzionato e ineguale delle restrizioni all’aborto impatterà sulle persone che sono già emarginate e oppresse, comprese le comunità di persone di colore, a basso reddito, giovani, comunità LGBTQ, gli immigrati e le persone con disabilità. I diritti delle persone potranno dipendere anche dall’azienda per cui lavorano, visto che società come Starbucks, Tesla, Netflix, JpMorgan, ed Apple hanno annunciato da tempo di coprire le spese, anche di viaggio, per le interruzioni di gravidanza.

La cancellazione del diritto di abortire è la prova lampante e triste della regressione delle democrazie. Siamo di fronte ad una destra regressiva (definirla conservatrice è ormai riduttivo), che ha preso come bersaglio il principio libertario alla base dei movimenti emancipatori dell’ultimo secolo. Se la democrazia è sinonimo di tutela del diritto di scegliere, tutto il resto non si può definire che come repressione. 

Qual è la situazione in Italia? Un’indagine di Chiara Lalli e Sonia Montegiove, diventata il libro ‘Mai dati’, riporta che in Italia ci sono oltre 70 ospedali dove gli obiettori all’aborto sono più dell’80%. Mentre esponenti politici sciacalli festeggiano e ballano sulla libertà delle donne di decidere per il loro corpo, tanto quanto alcuni partiti politici, noi diciamo con nettezza che a sinistra non gli permetteremo di far tornare le donne e i loro diritti indietro di 50 anni.

*segretario Articolo Uno Cesena

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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