I sindaci vanno tutelati

Ormai sono diventati il sacco delle botte

CESENA. Nella regole per la gestione della Cosa pubblica ci sono tante incongruenze. Una di quelle e forse la principale è la posizione dei sindaci: sottopagati e soggetti ad ogni tipo di rischio penale e civile. Al punto che viene da chiedersi: chi glielo fa fare?

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è il caso del sindaco di Crema finita nel registro degli indagati perché un bambino si è schiacciato un dito in una porta dell’asilo. Pare  chiaro che la vicenda penale finirà con un nulla di fatto. Insomma una bolla di sapone che avrà fatto perdere un po’ di tempo. La colpa però non è del pubblico ministero che ha applicato la legge. In Italia c’è (per fortuna) l’obbligatorietà dell’azione penale.  Non è quella ad essere in discussione, ma tutto quello che c’è a monte. 

I sindaci non possono essere il sacco delle botte. Non possono essere responsabili di tutto quello che succede nel territorio che amministrano. Questo non vuol dire depenalizzare tutto e tutti, ma usare il buonsenso. Oltretutto i primi cittadini sono pagati poco. Lo stipendio è basso per l’impegno che la carica richiede, se poi ci mettiamo il carico da undici dei rischi civili e penali ci si rende conto che siamo di fronte ad un’incongruenza. Il sindaco di Cesena, ad esempio, ha uno stipendio di poco più di trentamila euro all’anno. E’ poco. Come sono troppo bassi gli stipendi degli asssessori. 

Attenzione però, qui si corre il pericolo di far scappare quelli bravi. Più di una volta persone che avrebbero potuto far l’assessore, portando un valore aggiunto, hanno rinunciato perché “tengono famiglia”. Ovvero: non potevano rinunciare allo stipendio preso nel privato che, in alcune occasioni, era il doppio di quello garantito dal pubblico.

Per far crescere le amministrazioni locali servono persone brave che però vanno incentivate. Perché i soldi non saranno tutto, ma aiutano. E visto che c’è, il legislatore dovrebbe mettere mano al problema della firma. Dal punto di vista penale e civile l’altro sacco delle botte sono i dirigenti. Sono loro a dover rispondere. Problema che si eleva alla massima potenza in ambito edilizio e urbanistico. E’ uno dei motivi dei ritardi delle concessioni. I dirigenti sono restii a dare il via libera alle pratiche. Hanno paura. Anche in questo caso non si deve andare verso un liberi tutti, ma bisogna trovare una via di mezzo. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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