Come è bella Cesena

Ecco cosa serve per migliorarla

CESENA. Lo so, sono di parte. Del resto ho sempre avuto un debole per Cesena. La considero una città bella e difficilmente cambierò idea. Mi piace pensare che sia una piccola Roma. Come la capitale è attraversata da un fiume che, fra l’altro, nasce dallo stesso punto del Tevere ed è quasi circondata dai colli. Quelli di Cesena non saranno sette, ma poco conta. Potrei capire se adesso qualcuno mi accusasse di blasfemia, ma resta il fatto che Cesena è una gran bella città. 

Lo è a 360 gradi. Lo è al di là dei suoi monumenti. Sarebbe facile pontificare la città malatestiana citando la biblioteca, il Bonci, piazza del Popolo con la stupenda fontana Masini, la Rocca, la basilica del Monte, il Ponte Vecchio, oppure Villa Silvia, palazzo ricco di storia e mai valorizzato a sufficienza. Cesena è bella tutta, a partire da un centro storico con la caratteristica di non avere neppure una strada dritta. Le colline sono incantevoli e regalano panorami mozzafiato. Non solo quelli che offrono la vista sulla Riviera. Noi, forse perché ci siamo abituati, non ci facciamo più caso, ma i non cesenati restano estasiati. Anche il Savio ha il suo fascino e la realizzazione dei percorsi ciclopedonali aiuta ad apprezzarlo ancora di più. Chi non lo avesse fatto dovrebbe farsi una passeggiata in quello appena terminato e che parte dal Ponte Vecchio e si dirige verso Mulino Cento. Senza dimenticare le aree verdi. Ma l’elenco delle particolarità che valorizzano la città potrebbe essere ancora lungo.

E in una città bella la vita è anche bello viverci. Anche se le lamentele non mancano mai. Ma la domanda delle cento pistole è un’altra: cosa si può fare migliorare Cesena? Il problema più grande è la dipendenza da auto. I cesenati la usano troppo. Lo attestano studi dettagliati, ma, soprattutto, lo ha dimostrato la creazione di parcheggi scambiatori organizzati e funzionali. L’amministrazione comunale punta sulla Bicipolitana. L’idea è buona, ma può essere solo un tampone. Per disincentivare l’utilizzo dell’auto serve potenziare i Quartieri.

La nuova frontiera urbanistica è la città in 15 minuti. L’idea è è nata alla Sorbona e punta a offrire servizi raggiungibili in un quarto d’ora a piedi o in bici e vuole rispondere all’esigenza  di vivere in contesti più “a misura d’uomo”. L’obiettivo è riorganizzare interi quartieri in modo da renderli autosufficienti innanzitutto dal punto di vista della mobilità urbana e rendendo accessibili i principali servizi – uffici, negozi, supermercati, parchi, ristoranti, bar – in un tempo massimo di quindici minuti a piedi o in bicicletta. Cesena non è all’anno zero. Tantissime frazioni hanno parecchi dei requisiti richiesti. Spesso però sono nati per rispondere all’esigenza della popolazione. Quello che serve, per fare il passaggio definitivo, è un disegno organico. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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