Libertà di stampa questa sconosciuta

Servono scelte chiare e precise

CESENA. Ieri si è celebrata la giornata sulla libertà di stampa, tema fondamentale per garantire la democrazia. Non a caso è un tassello prioritario di quello stato di diritto che è uno degli elementi imprescindibili dell’Unione Europea. Anche se non è un aspetto in cima alle priorità di alcuni paesi e di alcuni partiti. Inoltre in questo momento c’è chi fa confusione e pensa che la libertà di stampa sia garantita dai social. Niente di più sbagliato. 

Speciale editoria

Fra i due mondi c’è una profonda differenza. Quella sostanziale è la verifica delle notizie: i social sono un caravanserraglio dove ognuno esprime il proprio pensiero dando libero sfogo a quello che pensa senza (tendenzialmente) verificare i contenuti, la stampa verifica tutto quello che pubblica. E farlo ha dei costi. Quello della libertà di stampa di fatto non sarebbe un problema complicato. Lo diventa perché l’editoria è un settore dove è difficile far quadrare i conti. Lo era in passato, figuriamoci adesso che i ricavi (vendita copie e pubblicità) si sono ridotte in modo rilevante.

Chi dice che deve andare avanti solo chi è in grado di farlo con i propri mezzi o non conosce il settore o usa slogan senza approfondire gli argomenti di cui parla. E’ indubitabile che ci siano state delle distorsioni, ma fare di tutta l’erba un fascio è stato l’errore più grande. Il riferimento è soprattutto al popolo del vaffa. Nell’editoria ci sono costi fissi che nessun altro settore deve affrontare. Siccome di carta, stampa, trasporti, affitti, linee telefoniche in adsl non si può fare a meno, quando c’è da tagliare una delle poche voci su cui si può intervenire è quella del costo del lavoro (leggesi giornalisti).

Il che significa incidere sulla qualità del prodotto. Ed è inevitabile che sia sempre più diffuso il copia/incolla, pratica sicuramente gradita a chi invia i comunicati. Ma quella non è libertà di stampa. A parte che finisce con l’essere avvantaggiato chi ha la struttura migliore e più organizzata. La libertà di stampa è un’altra cosa: avere la forza (personale) di cercare le notizie e pubblicarle dopo che sono state verificate e avendo l’accortezza di separare i fatti dalle opinioni. Nello stesso tempo deve essere rispettato il pluralismo dell’informazione, il che significa dare spazio al pensiero di tutti. Ma una redazione dovrebbe avere la forza (numero adeguato di giornalisti) di non essere dipendente dai comunicati. Solo così sarebbe garantita quella libertà di stampa che tutti (a parole) considerano fondamentale. Ma per garantirla, soprattutto al momento attuale, non si può prescindere dall’intervento dello Stato. Che non deve essere né invasivo e neppure a pioggia. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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