Le vie di Dante non sono infinite

Prima di quest’anno non sapevamo che Lonely Planet, casa editrice australiana, visitasse annualmente centinaia di luoghi nel pianeta, per individuare i consigli di viaggio più aggiornati grazie anche all’attività di autori, redattori e influencer. Il loro responso svela i posti e le mete da visitare e delinea anche un nuovo modo di fare turismo. È per questo che quando abbiamo appreso che Lonely Planet aveva stilato anche per il 2021 la classifica del premio mondiale Best in Travel (classifica che non si limita a registrare tendenze, ma che invita i viaggiatori a visitare luoghi unici e viene rilanciata a livello globale, sui media, sul sito e in altre cinque lingue) siamo andati immediatamente a verificare se fossero stati inseriti itinerari romagnoli. Siamo così venuti a conoscenza che Ravenna è stata premiata con il prestigioso riconoscimento per le “Le vie di Dante”, progetto APT Servizi Regione Emilia Romagna e Toscana Promozione Turistica, e che, dato peraltro inconfutabile, la città bizantina è segnalata come tappa fondamentale del percorso. 
La notizia del premio a Ravenna ha avuto un notevole clamore mediatico essendo stata ripresa da tutti i mezzi di informazione che hanno sottolineato che: “L’itinerario rappresenta un percorso storico e un progetto interregionale di accoglienza turistica, tra le tipicità del territorio e un’offerta di qualità. Un viaggio caratterizzato da un ritmo slow, che ripercorre il possibile viaggio di Dante da Firenze a Ravenna, attraversando l’Appennino tosco-romagnolo, tra cultura e natura. Il viaggio del Sommo Poeta che, esiliato dalla sua Firenze, a Ravenna ha trovato accoglienza e ispirazione. Trascorrendo qui gli ultimi anni della sua vita e ultimando la sua opera nella nostra città, amandone i luoghi come la pineta di Classe, citata nel Purgatorio XXVIII ‘La divina foresta spessa e viva’ e descritta come il Paradiso Terrestre”. Nel segnalare il conferimento del prestigioso riconoscimento assegnato, veniva altresì evidenziato che ciò accadeva proprio in occasione dell’apertura delle celebrazioni dantesche per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta; che Ravenna ha inaugurato, il 5 settembre scorso, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la riapertura della tomba di Dante dopo accurati lavori di restauro. 
Tutto molto bello, se non che, andando a verificare l’itinerario che autori, redattori e influencer hanno elaborato si resta sbigottiti perché di storico, a parte indicare Firenze come città natale e Ravenna come luogo dov’è sepolto Dante, non c’è quasi nulla! Il percorso propone infatti ai turisti di passare per Faenza, Brisighella, Marradi, ecc., in quanto “luoghi in cui il grande poeta italiano visse da esule”. Ma quando mai! E’ noto a tutti che i paesi e le città che ospitarono Dante quando nel 1302, condannato a morte, non poté rientrare a Firenze, sono San Benedetto in Alpe e le località della valle dell’Acquacheta, da cui poi approdò a Forlì ospite della famiglia Ordelaffi. 
Le località indicate nelle “Vie di Dante” sono luoghi di grande fascino, che ci stanno molto a cuore e che, nonostante il periodo che non facilita gli spostamenti, abbiamo visitato anche di recente pur avendone già un’ottima conoscenza. Pur essendo citate nella Divina Commedia al pari di gran parte delle città romagnole, non possono però essere considerate “città dantesche” anche se sono unite da una linea ferroviaria che vede transitare di tanto in tanto un trenino peraltro poco utilizzato. Molto fascinosa è la denominazione della colonna di vagoni trainati dalla locomotiva con il nome di “treno di Dante”, tuttavia resta il fatto che con il Sommo Poeta non ha nulla a che fare se non per il fatto che il trenino collega la Romagna con la Toscana e viceversa. Queste zone possono essere considerate terre di Dante nell’accezione più ampia del termine, mentre nel particolare la storia va raccontata con maggior veridicità senza farsi condizionare dalle suggestioni. E tutto ciò dovrebbe essere posto in evidenza con forza dalle località che ingiustamente sono state escluse dalle “Vie di Dante”. Cosa aspettano i paesi della valle dell’Acquacheta e Forlì a rivendicare i propri sacrosanti diritti in materia?


Marco Viroli e Gabriele Zelli 

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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