Altri 1.600 forlivesi dicono NO al nuovo megastore di via Bertini

Il “Comitato del no” al nuovo polo commerciale di via Bertini prosegue la battaglia. E non è solo. Raccolte 1.600 firme che si aggiungono a quelle ricevute con la petizione on-line (altre 2.000) per dire no alla realizzazione di un nuovo supermercato da 2.500 metri quadrati in un’area già satura di esercizi commerciali.

Il nuovo arrivo, previsto dalla variante voluta a tempo di record in pieno lockdown dalla giunta guidata dal sindaco Gian Luca Zattini, ha come principale sponsor politico il vicesindaco leghista Daniele Mezzacapo, fedelissimo di Matteo Salvini.

L’intervento di Mezzacapo all’assemblea pubblica dello scorso 24 settembre

Nell’assemblea pubblica del 24 settembre scorso, lo stesso Mezzacapo aveva spiegato le ragioni del Sì. Ma da quel momento, hanno riferito i rappresentanti del Comitato in una conferenza stampa riportata da tutti i giornali locali, più nessun contatto o voce sulla vicenda.

«È arrivato il momento di prendere una decisione coraggiosa o di assumersi la responsabilità di quanto accadrà se ciò dovesse realizzarsi. La nostra è una preoccupazione forte, non ci schieriamo contro un marchio o contro l’Amministrazione» hanno riferito gli esponenti del Comitato.

Traffico, rumore, inquinamento sono le criticità sottolineate per dare forza alla loro battaglia contro quella che è già stata definita dalla locale Confesercenti comeuna gigantesca speculazione immobiliare”.

Al fronte del No ha aderito Legambiente, che attraverso il presidente provinciale Francesco Occhipinti chiede di non perseguire la scelta del nuovo insediamento rimarcando a sua volta le criticità per la qualità dell’aria a pochi metri da quattro plessi scolastici dove studiano 1.670 bambini.

Sulla decisione finale si è abbattuto come un macigno anche il superparere dello studio legale Mastragostino, che ha demolito i presupposti giuridici per la variante. Inutile dire che l’azionista di maggioranza della giunta, a sua volta avvocato, aveva presentato al Sindaco e alla città uno scenario completamente diverso.

La conferenza stampa del comitato.

Sulla vicenda, come noto, pesa anche il “caso” dell’audio rubato in una riunione di partito e pubblicato dal Fatto Quotidiano.

Quelli finora citati sono tutti motivi di imbarazzo politico tra le forze della maggioranza. Le tensioni interne vengono sopite dall’emergenza Covid, ma proprio l’attesa indefinita e la crisi economica potrebbero farle esplodere. Contro l’insediamento si erano pronunciati anche i Sindacati e i lavoratori del vicino Crai, preoccupati per il loro posto di lavoro, mentre autorevoli opinionisti hanno fatto notare che proprio l’assenza di capacità decisionale fu tra i motivi che portano all’allontanamento del sindaco e della giunta di centrosinistra dal cuore della città.

Quindi ora cosa succederà? Dite la vostra nei commenti.

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