Centro vivo d’estate, ma che succederà in inverno?

Interessante riflessione di Graziano Gozi (Confesercenti)

Qual è il problema? E’ la domanda che mi sono posto venerdì sera facendo una passeggiata in centro storico. Il cuore della città è caratterizzato da una grande vitalità,  degna di una città europea. Poi ripensi alle critiche continue e ti poni delle domande. Ma un dubbio c’è e lo ha sollevato sabato Graziano Gozi, direttore della Confesercenti cesenate, nella rubrica quindicinale che tiene sulle pagine cesenati del Corriere Romagna: Cesena è una città viva in estate, ma cosa succederà in inverno? La domanda non solo è legittima, ma è anche lo stimolo necessario per portare l’ente pubblica a muoversi e in fretta.

Foto Zanotti

Gozi parte da un  presupposto: sono numerosi i commenti positivi sul centro storico aperto e accogliente, caratterizzato da tavoli e sedie che occupano piazze e strade. Dall’ora dell’aperitivo in avanti la città si anima: i tanti bar, ristoranti ed i chioschi si riempiono e la passeggiata diventa piacevole. Giustamente lo ritiene un segno dei cambiamenti che gradualmente modificano il modo di vivere la città: si frequenta meno il centro per fare shopping mentre lo si sceglie per incontrarsi, trascorrere una serata, bere e mangiare qualcosa in compagnia, partecipare a un evento.

E’ altrettanto vero che la diffusione di tavoli e sedie all’aperto contribuiscono ad aumentare il senso di apertura ed ospitalità. Il fenomeno ha conosciuto un’impennata nell’anno del Covid. 

Ora però serve guardare avanti ed ha ragione il direttore della Confesercenti quando invita ad interrogarsi e riflettere sulla possibilità di favorire questo modello anche in futuro e valutarne modalità più permanenti, che rendano possibile l’utilizzo dei dehors anche nei mesi autunnali e primaverili, tema molto complesso perché alle valutazioni politiche si aggiungono quelle architettoniche, e soprattutto, burocratiche. 

Graziano Gozi

Per l’estate che si sta concludendo Gozi da atto all’amministrazione comunale e agli uffici competenti di aver fatto uno sforzo per velocizzare e semplificare le modalità per installare ombrelloni e tavolini. Ma ora si avvicina un momento ancora più difficile. L’emergenza sanitaria non è ancora alle spalle e l’esigenza di spazi ampi è una reale necessità per i pubblici esercizi chiamati a rispettare protocolli e distanze di sicurezza. Fra poco, causa condizioni climatiche, non sarà più possibile sedersi all’aperto. E allora cosa facciamo: chiudiamo tutto e rimandiamo alla prossima primavera? 

Foto Zanotti

Secondo Gozi è indispensabile dare una risposta agli imprenditori, utilizzando la corsia d’emergenza come fatto per l’estate. Certo, ammette, non potremo installare delle “tendopoli” in tutto il centro ed occorrerà rispettare le regole dell’arredo urbano sia sul piano estetico che della sicurezza e delle normative igienico sanitarie. Ma serve maggiore apertura verso la possibilità di dehors che possano accogliere i clienti. 

Stando così le cose si dovrebbe agire in fretta non aspettando l’ultimo momento utile, come spesso succede. Serve muoversi, coordinarsi, dare risposte concrete ed in tempi ragionevoli. Ne va della sopravvivenza di un settore importante dell’economia e c’è in ballo la capacità attrattiva e della socialità delle nostre città.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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