Torneremo alla normalità solo fra cinque anni

A Cesena serve una strategia sul suolo pubblico

L’economia tornerà ai livelli precovid nel 2025. Emerge da uno studio Prometeia/Legacoop presentato oggi. A rendere difficile la ripresa non solo il debito pubblico, ma anche la paura che frena consumi e investimenti. Non è una bella notizia. La speranza è che arrivi un’accelerata dall’iniezione di liquidità proveniente dall’Europa e dallo sblocco dei cantieri. Restano però due interrogativi: sapremo spendere il fiume di soldi che ci arriveranno e riusciremo ad aprire i cantieri? Due temi sui quali si gioca buona parte del futuro del nostro paese.

In tutto questo qual è la situazione di Cesena? La città continua ad arrabattarsi. In buona sostanza si può dire che galleggia. Le grande aziende tengono anche se inevitabilmente qualche problemino lo hanno avuto. Le piccole e medie imprese soffrono così come un po’ in tutto il paese. Risentono dei problemi provocati dai due mesi di chiusura e dal calo dei consumi registrato nella ripresa. 

Problemi ci sono anche nel turismo. Alcuni alberghi (pochi) addirittura non hanno riaperto e, comunque, dopo aver perso gli incassi primaverili giugno è andato male. Difficile fare previsioni, ma anche anche luglio e agosto, nonostante un aumento, non saranno ai livelli del passato e, comunque, non risolveranno tutti i problemi. Insomma, sarà una stagione sottotono con inevitabili ricadute per tutta la filiera.

E il centro? Anche quello soffre. Il commercio tradizionale boccheggia e l’emergenza ha elevato alla massima potenza problemi già esistenti. Provano a resistere i pubblici esercizi. Di certo ha aiutato la scelta di allargare l’utilizzo del suolo pubblico. Non è l’uovo di Colombo, ma quasi. Di fare qualcosa del genere se ne parlava da tempo. L’emergenza Covid ha provocato un’accelerazione. Il centro di Cesena è sempre stato bello, adesso è più europeo. La speranza è che non resti un caso isolato e che l’esperienza sia ripetuta anche in futuro.

Il problema sarà trovare il giusto equilibrio per quanto riguarda la tassa di occupazione del suolo pubblico. Quest’anno non si paga, ma è difficile pensare che sia completamente gratuita anche il prossimo anno. Il Comune però dovrà evitare di ripristinarla in toto. Per incentivare un tipo di iniziativa commerciale anche l’ente pubblico deve fare la sua parte. Ci possono essere diverse soluzioni: una no tax area, uno sconto generalizzato e chi più ne ha più ne metta. Sarebbe però importante mandare un segnale fin dal bilancio. Prevedere uno sconto e poi, in un secondo momento, decidere quale strada percorrere.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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