Lettera aperta a Pupi Avati

Gli storici Marco Viroli e Gabriele Zelli scrivono al regista bolognese che realizzerà entro il 2021 un film sulla vita di Dante Alighieri per invitarlo a tenere in considerazione il periodo forlivese del Sommo Poeta.

Gentilissimo Pupi Avati,
le scriviamo questa lettera aperta per esternarle tutto il nostro apprezzamento nei confronti del suo impegno nella realizzazione di un film sulla vita di Dante Alighieri, progetto che peraltro lei insegue dal lontano 2002.

Nei mesi scorsi abbiamo letto in più occasioni i suoi appelli con i quali chiedeva sostegno al progetto, che se attuato, concluderebbe nel migliore dei modi il 2021, anno in cui ricorrerà il 700° anniversario della morte del grande poeta. Con ogni probabilità lei si chiederà perché due cultori e amanti della storia di Forlì abbiano tanto a cuore questo tema. È facile rispondere, anche se occorrerebbe tempo per dettagliare le motivazioni precise. Tuttavia non intendiamo sottrarre tempo a lei e spazio ai mezzi di informazione che avranno la compiacenza di pubblicare questo nostro messaggio.

Da diversi anni cerchiamo di raccontare la storia e le tradizioni di Forlì e della Romagna mettendone in evidenza i caratteri salienti, quelli che vanno oltre gli aspetti locali e che hanno avuto una rilevanza nazionale ed europea: la presenza di diverse e importanti pievi; la rivelazione a Forlì nel 1222 di quello che sarebbe poi diventato Sant’Antonio di Padova; la residenza in città all’inizio del ‘300 di Dante Alighieri; l’operato del santo forlivese Pellegrino Laziosi; la dinastia degli Ordelaffi (fieri ghibellini nonostante amministrassero per conto del Papa (uno di questi proclamò addirittura una Crociata contro i forlivesi); la Signoria di Girolamo Riario e Caterina Sforza; il lungo periodo di dominio pontificio; il Risorgimento e la storia della lotta per unire il Paese che vide impegnati per decenni forlivesi in prima fila tra cui Piero Maroncelli, Aurelio Saffi, Giovita Lazzarini, Carlo Matteucci, Antonio Fratti, ecc.; il salvataggio di Giuseppe Garibaldi attraverso quella che è stata definita la “Trafila Garibaldina”; l’affermarsi dell’opera lirica con figure straordinarie che ne hanno fatto la storia a livello internazionale (Giuseppe Siboni, Eugenia Tadolini Savorani, Maria Farneti, Giuseppe Paganelli, Carlo Zampighi, Giordano Noferini, Giulietta Simionato e ultima ma non ultima Wilma Vernocchi).

Poi tutto il Novecento con la nascita in Romagna dei primi partiti politici come il Partito Repubblicano e il Partito Socialista; la dittatura fascista e la vittoriosa guerra di liberazione, durante la quale si verificò una seconda “trafila” con il salvataggio di tanti soldati alleati tra cui importanti generali dell’esercito britannico.

Forlì è inoltre una città che ha dato i natali a grandi medici: Jacopo della Torre, Bartolomeo Lombardini, Girolamo Mercuriali (precursore della moderna pediatria), Giovanni Battista Morgagni (caposcuola dell’anatomopatologia), Maurizio Bufalini, Camillo Versari, Giorgio Regnoli, Sante Solieri, Raffaele Rivalta e, in tempi più recenti Franco Rusticali, Dino Amadori, Carlo Flamigni, quest’ultimi due scomparsi nel 2020.

Da una decina di anni, grazie anche alla consulenza dello storico Sergio Spada e con la pubblicazione di due guide, stiamo sostenendo a parole e a fatti il ruolo di Forlì città dantesca.

Com’è noto, con due sentenze successive (27 gennaio e 10 marzo 1302) il poeta fiorentino fu condannato al rogo e alla distruzione delle proprietà di famiglia. Da quel momento Dante visse in esilio senza poter rivedere la città natale, poiché nel 1301, con un rivolgimento politico e militare, s’impose a Firenze come podestà Cante dei Gabrielli di Gubbio, appartenente alla fazione dei guelfi neri, il quale diede inizio a una politica di sistematica persecuzione degli esponenti politici di parte bianca, molti dei quali furono uccisi o espulsi da Firenze. Dante fuggì e trovò rifugio in un primo tempo ad Arezzo, poi a San Benedetto in Alpe, quindi a Forlì.

È importante ricordare che, nel 1303, dopo alcuni tentativi falliti di riprendere il potere, con il grado di capitano dell’esercito degli esuli, Dante organizzò insieme a Scarpetta Ordelaffi, capo del partito ghibellino e signore di Forlì, un tentativo di rientrare a Firenze. L’impresa non ebbe però fortuna: il podestà di Firenze, Fulcieri da Calboli, per ironia della sorte anch’egli forlivese, nemico giurato degli Ordelaffi, riuscì ad avere la meglio nella battaglia di Castel Puliciano. Anche in un tentativo successivo, nel 1304, i guelfi bianchi e i ghibellini furono nuovamente sconfitti, per cui questi avvenimenti determinarono l’impossibilità per Dante di rientrare in patria.

L’esilio forzato fece sì che Dante potesse conoscere approfonditamente la nostra terra, sia dal punto di vista ambientale sia sotto l’aspetto storico, trasferendo questa conoscenza nella “Comédia”, opera in cui la Romagna, la sua storia, i suoi personaggi occupano pari spazio rispetto a quello dei fiorentini dei toscani.

In virtù di tutto questo, ci permettiamo di chiederle di voler tenere in considerazione nella sceneggiatura del suo film il periodo forlivese di Dante alla corte di Scarpetta Ordelaffi. Se lo farà sarà un’ulteriore perla da incastonare a fianco della mostra dedicata a Dante che la locale Fondazione Cassa dei Risparmi, su proposta di Gianfranco Brunelli, direttore di tutte e 15 le esposizioni precedenti, allestirà ai Musei San Domenico in collaborazione con la Galleria degli Uffizi di Firenze. Già l’annuncio di quello che si prefigura come uno straordinario appuntamento ha fatto crescere la consapevolezza generale che Forlì debba essere considerata città dantesca a tutti gli effetti, come noi sosteniamo da molto tempo.

Grazie alla mostra del 2021 e agli eventi previsti per le celebrazioni, tra cui la settima edizione della maratona dantesca di lettura dell’intera “Divina Commedia”, verrà offerta la possibilità di proporre a chi verrà in Italia e agli italiani un itinerario che, partendo da Firenze, città dove il poeta è nato, arriverà a Ravenna, dove Dante è sepolto, soffermandosi nelle località poste su questo asse ovvero, oltre a Forlì, Acquacheta, San Benedetto, Portico, Rocca San Casciano, Castrocaro Terme e Terra del Sole, e a quelli limitrofi: Polenta di Bertinoro, Tredozio, Faenza, ecc.

Gentilissimo Pupi Avati, se vorrà dare spazio nel suo film a questa importante parte della vita di Dante non solo renderà giustizia alla storia della vita del Poeta, ma contribuirà inoltre a rendere il nostro territorio e tutta la Romagna meta del pellegrinaggio per gli appassionati di Dante, della sua vita e della “Divina Commedia”.

Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro,
Marco Viroli e Gabriele Zelli

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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