Monumento ai Caduti, ora il restauro non può più attendere

Nei giorni scorsi, transitando per Piazzale della Vittoria, molti forlivesi avranno notato un cantiere ai piedi del Monumento ai Caduti e probabilmente avranno gioito nella speranza dell’avvio di un intervento di restauro conservativo.
I cittadini più attenti, tuttavia, avranno visto la rapidità con la quale ampie superfici del monumento venivano pulite, tempi non compatibili con un restauro scientifico conservativo e del tutto incoerenti con quanto riportato nel cartello dei lavori affisso sulla recinzione, “Pulizia pavimentazione e gradini in Piazzale della Vittoria per messa in sicurezza al transito, per pulizia vasche per rimessa in funzione fontane, ripristino pennone alzabandiera”; tuttavia, trattandosi in modo inequivocabile di un monumento, anche per questi lavori la legge prevedeva l’autorizzazione della Soprintendenza (Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 21, comma 4). L’intervento di “pulitura” non ha coinvolto solo pavimentazione e vasche, si è esteso anche alle superfici lapidee più delicate, come gli splendidi altorilievi di Bernardino Boifava o i mascheroni delle fontane, esponendo il monumento ad ulteriori gravissimi rischi, poiché le superfici, particolarmente delicate per l’azione corrosiva dei depositi di smog, ora non adeguatamente protette sono maggiormente esposte all’azione degli agenti atmosferici e all’inquinamento.
La parzialità dell’intervento, che ci si augura non abbia portato a perdita della materia e dunque della plasticità delle sculture, ha inoltre restituito alla città un risultato disastroso sotto il profilo estetico, segnato da fessurazioni e discromie, da parti bianchissime che si stagliano sui depositi dei sottosquadri.
Italia Nostra chiede con fermezza che venga da subito dato l’avvio ad un intervento di restauro conservativo, preceduto da indagini conoscitive, accuratamente progettato e autorizzato dalla Soprintendenza, come già avvenuto in passato per la Statua di Icaro posta nello stesso Piazzale, un’azione capace di porre rimedio al danno effettuato e di riportare le superfici del monumento ai toni caldi della pietra di Trani con cui è realizzato e di preservarlo per il futuro.
La valorizzazione del patrimonio artistico e, nel caso specifico, del quartiere sviluppatosi durante il Ventennio, non può prescindere da un’attenta pianificazione degli interventi, che non possono essere affrettati né condotti al di fuori delle norme vigenti.

Italia Nostra – Sezione di Forlì

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