Politici cu cu, bisogna fare di più

In ballo c'è il futuro del territorio

Per quelli che parlano bene è lo skill mismatch. Io preferisco chiamarlo disallineamento delle competenze. Cambiano i fattori, ma il prodotto è sempre lo stesso: è una situazione che ci dovrebbe preoccupare. Uso il condizionale perché non vedo la garra necessaria per cercare di dare una risposta. Stiamo parlando del gap tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle disponibili sul mercato.


Emerge dal report “Fixing the Global Skills Mismatch” che ha messo sotto la lente il fenomeno globale di una forza lavoro qualificata ma con competenze inadatte a fronte di ruoli per cui non si trovano skill adeguate. Il fenomeno «è causato principalmente dalla distanza tra il mondo del lavoro, sempre più complesso e in trasformazione, e quello della formazione, ancora legato al modello dominante nella seconda metà del XX secolo di un’educazione standardizzata di massa in funzione di un unico posto per tutta la vita».

Il report non riguarda la Romagna e tanto meno Cesena. Lo studio è stato fatto a livello globale. A noi, però, dovrebbe preoccuparci non tanto perché non siamo un’isola felice, ma perché la situazione è già critica. La difficoltà di Cesena e di tutta la Romagna a reperire manodopera specializzata è stata certificata da Ernst & Young nello scorso mese di settembre a Fattore R dove presentò una ricerca dalla quale emerse un territorio, sotto questo punto di vista, in enorme ritardo.

E, non ce lo possiamo permettere. La situazione è chiara: il contesto lavorativo è sempre più dinamico, il 27% degli impieghi del 2022 sarà in lavori che ancora non esistono. Il ritmo del cambiamento è così rapido da non poter essere colmato da nessun percorso formativo. Va da sé che servirà uno sforzo enorme per cercare di restare in carreggiata. È anche logico che non si possa pensare che il problema possa essere risolto a livello locale.

Però le amministrazioni locali qualcosa dovranno fare. Innanzitutto prendere coscienza del problema. E, sotto questo punto di vista, non mi sembra ci sia la sensibilità necessaria. In meno di un anno abbiamo assistito a due campagne elettorali importanti e non ho sentito trattare l’argomento. Non bisogna poi dimenticare che le nostre amministrazioni hanno fatto (giustamente) un grosso investimento nell’università. Ebbene, a questo punto devono far sentire la loro voce per impostare un sistema educativo che dovrà funzionare da mediatore, magari con una piattaforma che metta in contatto lavoratori e imprese, privilegiando lo sviluppo delle competenze più richieste. Naturalmente l’accesso dovrà essere universale. E qui entra in campo il welfare, anche e soprattutto quello locale. Non ci possiamo permettere di lasciare indietro nessuno. Non per un sentimento solidaristico (che comunque va sempre bene), ma perché il futuro del territorio è legato anche è soprattutto al livello di conoscenza dei suoi residenti. Con il passare del tempo la manodopera poco qualificata sarà sempre meno richiesta e, se non si interviene in fretta (sarebbe dovuto succedere ieri) i casi sociali saranno elevati all’ennesima potenza.

In ballo c’è il futuro del nostro territorio. Fra un parcheggio, un senso unico, un crepa in un viadotto si trova il tempo per parlarne?

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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