Torna l’incubo crisi

Preoccupano le rilevazioni di Osservitalia. Ma le aziende ora sono più solide

In questi giorni l’interesse della stampa quotidiana si è concentrata sul maltempo. Scelta giusta. Nei prossimi mi auguro che verrà trattato un tema altrettanto importante: torna lo spettro della crisi. Emerge dallo studio fatto da Osservitalia e presentato lunedì 11 novembre. Riguarda le piccole e medie imprese, ossatura del sistema Italia. Non a caso Class Cnbc, emittente legata a Milano Finanza, gli ha dedicato uno speciale di trenta minuti. E nessuno degli ospiti ha sottovalutato il fenomeno. Tutti, però, hanno concordato che la congiuntura più debole non ha intaccato il processo di rafforzamento dei fondamentali finanziari delle PMI.

Dallo studio emerge che nel 2018 la ripresa delle PMI, che durava dal 2013, ha perso slancio. Il fatturato è rimasto ai livelli del 2017. Il rallentamento ha riguardato tutti i settori, con l’eccezione delle costruzioni Per la prima volta dal 2013 gli indici di redditività risultano in calo. Interessate in misura maggiore le medie imprese, le società agricole e quelle che operano nell’industria, che però mantengono indici superiori a quelli osservati nel resto dell’economia. Anche i dati relativi alla demografia di impresa indicano un indebolimento.

La congiuntura più debole però non ha intaccato il processo di rafforzamento dei fondamentali finanziari, che ormai prosegue da molti anni. Evidentemente gli imprenditori hanno capito la lezione. Nel 2018 i debiti finanziari sono cresciuti per il secondo anno consecutivo, con un’accelerazione rispetto al 2017 (+2,2% contro +1,2%). Però le PMI hanno rafforzato il capitale proprio a ritmi più sostenuti (+8,5%). Nonostante il rallentamento della redditività, l’incidenza degli oneri finanziari sui margini lordi ha raggiunto un minimo storico grazie anche alla politica  della BCE.




Si potrebbe pensare ad un assestamento fisiologico dopo una crescita quasi quinquennale. Ma la congiuntura economica continua a essere dominata dall’incertezza. Tra i principali timori sull’evoluzione internazionale permangono quelli sulla politica commerciale americana, che ha già avuto pesanti ripercussioni sull’economia mondiale, in particolare in Germania. L’economia italiana, una delle più fragili in Europa, ha subito il rallentamento dell’economia tedesca, a cui è fortemente legata da catene di subfornitura. Le attese sono di una crescita dell’economia italiana debole, al di sotto di un punto percentuale in termini reali nel prossimo triennio. Queste dinamiche si riflettono sulle prospettive per le PMI: continueranno a giocare ‘in difesa’; cresceranno poco ma evidenziando profili solidi. Questo porterà a un’ulteriore riduzione di nuove imprese.



Questo post è stato letto 62 volte

Commenti Facebook
Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.