Attenti a non esagerare

Nella comunicazione è pericoloso alzare continuamente l'asticella

La vicenda Alitalia mi incuriosisce perché non riesco a capire come finirà. Non conosco le carte. Ma, stando a quello che scrivono i quotidiani, compresi quelli economici, la nostra compagnia aerea di bandiera perde circa un milione al giorno. Si tenta un ulteriore salvataggio attraverso un’operazione costruita dal ministro Di Maio: la creazione di una cordata che poi dovrebbe dare il via libera ad un piano industriale piuttosto pesante. Si parla di oltre duemila esuberi e del taglio delle linee (intercontinentali e nazionali) con una gestione positiva. In Italia poi ci sarebbe una sinergia con il trasporto ferroviario. Non a caso Ferrovie dello Stato sarà il principale azionista del futuro assetto societario.

C’è però un problema. Ed è legato alla presenza del socio privato. Secondo le cronache odierne il successo dell’operazione è legato alla presenza di Atlantia, la holding che fa capo alla famiglia Benetton e che gestisce la società Autostrade che non ha ottimi rapporti col governo per la vicenda legata al crollo del ponte Morandi di Genova.

Luigi Di Maio

Le tensioni più che altro sono legate alla comunicazione. Su questa partita il ministro Di Maio tende ad alzare l’asticella della comunicazione. Lo fece quando ci fu il crollo. E ci stava. Anche se ci furono troppe esagerazioni. Ma Di Maio è tornato alla carica nei giorni scorsi rilanciando con forza il tema del ritiro nella concessione sulle autostrade e definendo Atlantia una società decotta. Però subito è scattata la legge  del contrappasso: è l’unica che, pare, possa salvare Alitalia. Per come la vedo io difficilmente Atlantia entrerà a far parte della cordata senza avere garanzie su Autostrade. Perciò ritengo che in questo momento le diplomazie siano al lavoro per trovare la soluzione per farne uscire tutti bene: Giggino Di Maio dal punto di vista mediatico e Atlantia da quello industriale. Certo, sarebbe stato tutto molto più facile se il ministro non avesse fatto le ultime dichiarazioni che sono figlie per lo meno dell’inesperienza oltre al desiderio di alzare continuamente l’asticella. Fare sempre più uno può essere una strategia giusta nel breve periodo, ma alla lunga è piena di insidie.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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