Lattuca ha vinto. Come, perché e che fare

Dal voto sono arrivati segnali chiari che non potranno essere sottovalutati

Ha vinto Enzo Lattuca e con un margine di tutto rispetto: quasi dodici punti sono una differenza importante. Un successo che era nell’aria. Che sarebbe potuta finire in un certo modo lo si era capito il giorno in cui è venuto Salvini. Quella contro manifestazione in piazza Amendola è stata  un segnale forte e del quale non si potrà non tenerne conto. Ma lo si era percepito anche giovedì sera al parco per Fabio. Nella chiusura della campagna elettorale c’era un clima che nelle kermesse del Pd non di respirava da tempo. Adesso il giovane neo sindaco ha l’onere e l’onore di governare. Dovrà farlo con la coalizione che lo ha affiancato. Il primo compito sarà la composizione della giunta.

L’arrivo in Comune

Ma il voto ha detto tante cose. Rossi ha vinto in quattordici delle 98 sezioni. Lo ha fatto però in modo netto e inequivocabile solo nella zona di Borello. Credo che Lattuca una riflessione debba farla. Per il resto ha vinto con margini risicati come in un seggio del centro o a San Bartolo, il core business del centrodestra. A mio avviso è l’ennesima dimostrazione che quella del centro è una polemica sterile, non dico una pistola scarica, ma quasi. Non lo è da adesso, ma da sempre. Ne riparleremo.

L’abbraccio con Lucchi (foto Francini)

La vittoria di Lattuca però è anche la rivincita di Lucchi. Rossi ha impostato buona parte della campagna elettorale mettendo nel mirino l’operato della giunta. Se, alla fine, il risultato è stato chiaro e netto in favore di Lattuca significa che il giudizio degli elettori sull’operato di Lucchi non era poi così negativo. Ed hanno ragione. Pur con tutti i difetti, Paolo Lucchi è stato un buon sindaco (cosa che ho già scritto in un recente passato). Si era presentato agli elettori con un’idea di città e l’ha realizzata. Fra un paio d’anni lo si capirà ancora meglio.

A sinistra il sindaco di Cesenatico, a destra quello di Ravenna

La vittoria di Lattuca però è stata anche il risultato di un partito unito e che ci ha sempre creduto. Il Pd ha remato dalla stessa parte lavorando pancia a terra. Certo, le motivazioni c’erano tutte. Il rischio di perdere il Comune era reale. Ma di fronte a questo pericolo il Pd si è rinsaldato. Ha fatto squadra. Di certo ci sono state delle sbavature, ma alla fine la forza del partito è stato un valore aggiunto. La dimostrazione della ritrovata coesione è testimoniata da quello che è successo ieri notte. In Comune a festeggiare assieme ai giovani c’era anche la vecchia guardia, rappresentata da Gualdi, Bissoni, Teodorani, Brandolini, la Gigia e Preger, l’ex sindaco non manca mai. È una lezione della quale il partito dovrebbe fare tesoro. Il Pd di Cesena è in una situazione privilegiata. Ha dei giovani ai vertici. Innanzitutto Lattuca e Gozzoli, sindaci di Cesena e Cesenatico, che sono amici, e Lia Montalti consigliere regionale. Se, come è successo a Cesena per le elezioni, ci sarà la giusta collaborazione fra giovani a varie anime le prospettive potranno essere buone. Altrimenti…

Foto di gruppo
L’abbraccio con Landi

Il corteo lungo via Zeffirino Re

Gli applausi della Rimbomba

L’abbraccio nella sede del Pri

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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