La settimana più importante dell’anno

Quella che parte col 25 Aprile e termina col Primo Maggio. Ma ci sono ancora tante imperfezioni

Non ci avevo mai pensato. Solo questa mattina ho fatto il collegamento. Meglio tardi che mai, mi verrebbe da dire. Però non ho dubbi: quella che terminerà domani è la settimana più importante dell’anno. Inizia con il 25 aprile con le celebrazioni per la Liberazione e finisce il primo maggio con la festa del lavoro. Sono due date che sono molto più di un simbolo. Sono due giorni in cui ci si può abbeverare a piene mani delle parole: democrazia, libertà, conquiste sociali, uguaglianza.


Il 25 aprile ci ha regalato la libertà, bene di un valore inestimabile. Io credo che nessuno la apprezzi a dovere. Il valore di una cosa la capisci soprattutto quando non ce l’hai. Però è quando ce l’hai che la devi difendere e garantire anche evitando gesti e comportamenti che sono propri di chi di si riconosce in simboli che quella libertà e quella democrazia hanno limitato.

La festa del Primo maggio ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore. Diritto che continua ad esistere e che, però, è continuamente minacciato. È inutile girarci attorno: negli ultimi dieci anni i problemi sono decuplicati. Si sono persi un’infinità di posti di lavoro, la disoccupazione giovanile vola, il precariato è diventato un’abitudine consolidata e i redditi sono diminuiti. È aumentata la forbice fra ricchi e poveri, situazione inaccettabile in un paese civile. Inoltre il futuro non promette niente di buono.


L’industria 4.0 e la moltiplicazione dell’intelligenza artificiale (robot) rischiano di minare ulteriormente la solidità di un sistema già in equilibrio instabile, con il rischio di creare guasti  inguaribili a livello sociale.

È esagerato sostenere che è una festa senza lavoro, ma è altresì legittimo ritenere che sia fondamentale una svolta. Un’inversione di tendenza che, per la verità, è sollecitata da molto tempo, ma che ancora non si vede. Quella svolta che è necessaria per far sì che la settimana più importante dell’anno diventi anche la più bella.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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