Ricette per la sicurezza

Le soluzioni sono diverse, ma si deve partire da un dato di fatto: Cesena non è il bronx

Era facile immaginarlo: la sicurezza è uno dei temi più gettonati della campagna elettorale. Non entro nel merito del dibattito sulla percezione o meno. Tendenzialmente dovrebbero fare testo i numeri, anche se poi ognuno finisce per dargli la chiave di lettura che preferisce, mentre i numeri dovrebbero essere ascetici e inconfutabili. Una cosa però va detta e anche con forza: Cesena non è il Bronx. Non lo è mai stato e non lo sarà mai. Poi, ognuno, è libero di ritenere che il livello di sicurezza debba essere più alto, ma non si può accettare che venga data una visione non aderente alla realtà.


Per cercare di aumentare il livello di sicurezza ognuno ha le proprie ricette. Io credo che le mosse che si potrebbero fare sono tre. Innanzitutto servirebbero più divise in strada (leggesi più pattuglie). Il problema è la cronica carenza negli organici. E non basterebbero pochi uomini in più per avere più volanti o auto dei carabinieri. C’è chi propone l’utilizzo della polizia municipale per 24 ore. Proposta nazionalpopolare, ma che non mi convince molto. Per farlo innanzitutto servono soldi e neanche pochi: va cambiato il contratto e assunto più personale. Ammesso e non concesso che ci si possa riuscire, ci sarebbe però un altro problema: i vigili devono essere utilizzati principalmente per la sicurezza stradale e per quella ambientale, due settori che andrebbero potenziati.

Poi c’è il controllo di vicinato. Ne sono sempre stato favorevole. Non tanto per quello che possono fare i residenti. Il vero deterrente sono i cartelli messi in bella vista all’ingresso delle frazioni. Non sono la panacea di tutti i mali, ma è chiaro che chi ha intenzioni non proprio legali per agire preferisce scegliere una zona dove c’è il minor numero di ostacoli. E, sapere che una determinata zona è vigilata dai residenti porta a spostarsi in un’altra.


È un po’ come il sistema di allarme. Le forze dell’ordine ne consigliano l’installazione soprattutto come deterrente. In alcuni casi arrivano a dire che l’importante è che ci sia la sirena bene in vista. Anche questa non risolve tutti i problemi, ma è una forma di contrasto molto importante. Per questo potrebbe essere utile che il Comune incentivasse l’installazione dando contributi a chi decide di installare un allarme.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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