Le banche battono l’Europa

Sentenza della Corte di Giustizia. Intervento di Enrico Sirotti Guadenzi

Enrico Sirotti Gaudenzi, avvocato e docente dell’Istituto Regionale di studi giuridici del Lazio A.C.Jemolo, interviene sul tema delle banche dopo la decisione della Corte di Giustizia. La nota.

Enrico Sirotti Guadenzi


La Corte di Giustizia il 19 marzo scorso ha  accolto il ricorso presentato dall’Italia e dalla Popolare di Bari annullando la decisione della Commissione Ue in quanto questa non ha dimostrato concretamente che i fondi concessi a Tercas a titolo di sostegno dal Fitd (un consorzio di diritto privato al quale aderiscono le banche italiane aventi come forma societaria la società per azioni) fossero controllati dalle autorità pubbliche italiane.

La Corte ha spiegato che fosse compito della Commissione accertare che l’intervento del Fitd fosse adottato sotto il controllo delle autorità pubbliche e quindi imputabile allo Stato. Nel caso in esame, al contrario, i ricorrenti avevano prodotto documentazione che comprovava l’alimentazione del fondo Fidt da parte delle banche private. Oltre a questo si è ribadito che il mandato pubblico assegnato al Fidt è quello di rimborsare i depositanti ( il Fidt ha la funzione di garantire una copertura massima fino a 100.000 euro per depositante per banca)  e che ogni operazione estranea a questa non deve essere ritenuta come mera esecuzione di un mandato pubblico imposto dalla normativa italiana. La Corte ha affermato, infine, che l’autorizzazione della Banca d’Italia per l’intervento del Fidt a favore di Tercas non può essere un indizio che permetta di far ricondurre tale aiuto allo Stato italiano.

Enrico Sirotti Gaudenzi



A seguito di tale pronuncia ci si è domandato da subito perchè se l’intervento del Fitd non doveva essere equiparato ad un aiuto di Stato è stato bloccato dall’Antitrust Ue per salvare, nel mese di novembre 2015, le quattro banche risolte (Etruria, ChiariChieti, Carife, Marche).

Il fondo interbancario, infatti, avrebbe agito, in tale caso, per conto dello Stato e in contrasto col divieto sancito dalle norme UE sugli aiuti di  Stato alle banche in sofferenza; proprio per questo, essendo alle porte l’introduzione del bail in (in vigore dal 1 gennaio 2016), si è deciso per l’applicazione delle regole del burden sharing in alternativa alla liquidazione coatta ed amministrativa.

Ci si domanda ora se l’utilizzo del Fitd, relativamente alla vicenda che ha coinvolto le banche del nostro territorio, avesse potuto agevolare (nell’eventuale indennizzo) i titolari delle obbligazioni, favorire i creditori e mantenere “in vita” alcune di queste realtà, oggi cedute, consentendo di continuare la loro attività creditizia nel proprio territorio.

Enrico Sirotti Guadenzi



La Banca d’Italia, prontamente, ha voluto sottolineare di non aver considerato l’utilizzo del Fidt nei casi verificatisi a novembre del 2015, cercando di limitare le perdite, ma “se l’intervento del FITD non fosse stato configurato come aiuto di Stato, l’operazione di salvataggio delle quattro banche da parte del FITD non avrebbe comportato il sacrificio dei diritti dei creditori subordinati e sarebbe avvenuta valutando le sofferenze delle banche a valori di bilancio”.

Oggi su tutti i mass media si leggono dichiarazioni rilasciate da parte di esperti del settore, dei vertici della Banca d’Italia, di esponenti del Governo di allora che accusano l’UE mentre la popolare di Bari ha già annunciato di procedere con una richiesta danni nei confronti dell’UE.

Lo stesso Patuelli che ai tempi aveva caldeggiato il salvataggio imposto da Bruxelles, poiché avrebbe evitato la crisi della fiducia dei risparmiatori e dei mercati, ora chiede le dimissioni del commissario alla concorrenza.

Enrico Sirotti Guadenzi



Certo è che questa decisione è arrivata tardi ed oggi poter immaginare concretamente quale “danno minore” si sarebbe configurato nel caso dell’intervento del Fidt è quasi e del tutto impossibile sia alla luce delle effettive “risorse” disponibili al momento che alla luce delle numerose realtà che si sono trovate in una fase di grave criticità negli anni scorsi.

Voglio ricordare, infine, come nonostante i divieti di utilizzo del Fitd, i precedenti Governi (Renzi-Gentiloni), per alcune realtà creditizie ritenute probabilmente “privilegiate” (Mps) hanno adottato strumenti ed operazioni volte quasi ad “aggirare” il divieto di aiuti da parte dello Stato.

Evidentemente nel periodo precedente la risoluzione delle quattro banche non ha ben funzionato il dialogo tra Roma, Bruxelles e Francoforte; il timore di dover applicare le severe regole che sarebbero entrate in vigore il 1 gennaio 2016 (bail in) ha certamente contribuito a prendere decisioni affrettate da parte di un Governo (Renzi) che, peraltro, non ha mai tentato alcun “braccio di ferro” con le autorità europee.



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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.