La Cesena di Lattuca

Intervista al candidato sindaco del centrosinistra. Parla del suo programma e non risparmia una stoccata a Rossi

Enzo Lattuca è il candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra. Pur essendo giovane ha una grande esperienza politica.

Enzo Lattuca

Negli ultimi anni la politica è cambiata radicalmente. Lei l’ha vissuta prima e dopo. Meglio prima o adesso?

La nostalgia è un sentimento che non mi appartiene anche perché ho pur sempre trent’anni. Di certo oggi è più difficile. “Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà”. Queste parole di Aldo Moro sono più che mai attuali.

Un anno fa ha scelto di non fare più il parlamentare. Perché l’onorevole no e il sindaco sì?

Penso che la politica si possa fare solo con il pieno di passione e convinzione, condizioni che non avevo per poter continuare l’esperienza parlamentare. Allora dissi “non sono un uomo per tutte le stagioni”: quel progetto di Partito Democratico isolato e con la pretesa dell’autosufficienza non mi rappresentava.

Cesena può essere il laboratorio per una nuova fase del centrosinistra, questa prospettiva e l’orgoglio di appartenere a questa comunità oggi mi rendono motivato ed entusiasta.

Continuità o discontinuità con Lucchi?

La questione è semplice: si chiude un ciclo e noi vogliamo scrivere una pagina nuova per Cesena. Non rinuncio ai principi che hanno contraddistinto il governo della città né tantomeno rinnego la tradizione amministrativa fatta da persone oneste e serie. Il cambiamento serve e si vedrà nell’approccio, nella modalità di confronto con la città, nelle risposte ai nuovi bisogni e anche nelle persone.

Cosa serve a Cesena?

Servono ascolto e condivisione per mettere a frutto il grande potenziale di questa città, e serve essere capaci di pensarla e immaginarla nei prossimi decenni riportando il confronto ed il dibattito pubblico su un piano di dialogo e non di imposizione.

In breve serve una rinnovata visione della città: io la immagino come una società aperta, una città delle opportunità per tutti dove ciascuno può arrivare ai vertici a prescindere dal punto di partenza, una città allo stesso tempo capace di proteggere chi è in difficoltà.

Cesena e la Romagna. Quale dovrà essere il rapporto?

Cesena è il centro geografico della Romagna e può ritagliarsi un ruolo da protagonista. Il processo di integrazione su base romagnola va rilanciato con forza. Metto da parte per un attimo il tema istituzionale che tanto mi appassiona (provincia, area vasta, città metropolitana…). Riprendiamo il filo: progettiamo un piano strategico per lo sviluppo su scala romagnola a partire dalle infrastrutture, dal turismo, dalla cultura e troviamo il modo di suonare come un’orchestra e non come tanti solisti.

I collegamenti con le altre città è fondamentale. Cosa propone?

La priorità numero uno si chiama E45. Il collegamento con Ravenna e con il suo porto non ha quelle alternative (autostrada e treno) che invece consentono di raggiungere Rimini e Forlì. Al secondo posto metto il lotto zero della secante e il collegamento veloce con Forlì. Guardando avanti l’obiettivo fondamentale è connettere la Romagna alla rete dell’alta velocità ferroviaria.

L’ingresso del Bufalini

Nuovo ospedale e vecchio Bufalini: quali ricette?

Il nuovo ospedale è un grande lascito che questa amministrazione è stata capace di capitalizzare per il futuro della città. Il nostro impegno sarà integralmente dedicato a valorizzare e rigenerare le professionalità che operano al Bufalini. Se oggi i servizi sono ancora di qualità per i cittadini è perché lì dentro operano persone che ci mettono tutto e anche più del dovuto.

Sul vecchio edificio credo che la città dovrà essere chiamata ad un grande confronto nei prossimi anni su questo argomento, di idee interessanti già ne circolano. Personalmente credo che il futuro non possa essere solo il parco.

È fuori di dubbio che c’è un aumento dei furti. Come si combatte la microcriminalità?

Mettiamo da parte i dati relativi alle denunce. La richiesta di maggiore sicurezza è innegabile e proviene soprattutto da chi è più debole e quindi non può difendersi da solo. Faccio cinque proposte: – dotazione di personale delle forze dell’ordine pari a quella delle altre città romagnole (con la nuova caserma e il nuovo commissariato non ci saranno più alibi); – lotta al degrado urbano e al disagio sociale con più attenzione alla cura dei punti critici della città (penso alla zona della stazione); – sicurezza partecipata dai cittadini con il controllo di vicinato; – completamento della rete di videosorveglianza pubblica in relazione a quella privata; – incentivi a imprese e privati per installazione sistemi di sicurezza e antifurto.

Enzo Lattuca

Si parla poco delle frazioni. Perché?

Perché sono tante, frammentate e in qualche modo lontane dal cuore della città ma grazie ad un rilancio dell’azione dei quartieri questa distanza può essere colmata. Il dibattitto cittadino si è avviluppato sul centro storico, propongo di invertire l’ordine della priorità per i prossimi anni. Con orgoglio le dico “io vengo da San Giorgio” non mi sono mai sentito un cittadino di serie B e nessuno deve sentirsi tale.

Come si può mantenere un alto livello di welfare e dove trovate i soldi?

La qualità dei servizi alla persona e alle famiglie è nel dna di Cesena. Tra gli slogan in voga c’è quello di Salvini “Prima gli italiani”, io dico “Prima chi ha bisogno!”, le attuali risorse devono quindi essere confermate. Vediamo se alla luce dell’applicazione degli strumenti nazionali e regionali di sostegno al reddito il Comune potrà dirottare risorse su altri ambiti del welfare: cura degli anziani e dei disabili, servizi per l’infanzia, accesso alla casa.

Dove non arriva il sistema pubblico si crea lo spazio per il welfare di comunità. Cesena ha tutte le condizioni (tessuto imprenditoriale, cooperativo, associativo) per essere un comune apripista su queste nuove modalità di rispondere ai bisogni dei cittadini.  

Cosa ne pensa di Rossi, candidato del centrodestra?

Devo dire che non ci conosciamo personalmente, chi lo conosce lo descrive come un professionista capace. In queste settimane Rossi a tante persone ha detto “potevo essere io il candidato del centrosinistra”. Questa affermazione mi stupisce: primo perché allora poteva essere un valido competitor alle primarie, secondo perché non capisco come abbia fatto a diventare il candidato della Lega di Salvini. Non vorrei che più che il civismo poté l’opportunismo.

E di Valletta, candidato di Cesena siamo noi?

Quando ci siamo incontrati con grande cordialità mi ha detto che il PD avrebbe dovuto prendersi la responsabilità di non lasciare la città nelle mani della destra. Noi stiamo facendo la nostra parte, sono certo che Valletta senta quella stessa responsabilità anche come sua.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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