Il Bufalini resti a vocazione socio sanitaria

Se ne è parlato in un incontro fra Lattuca e Nursing up. Sul tavolo anche il potenziamento dei servizi domiciliari. Proposto l'infermiere di comunità

Fare del Bufalini la “casa” dei malati cronici. L’idea, lanciata nei giorni scorsi dal sindacato degli infermieri Nursing Up, piace al candidato sindaco Enzo Lattuca, che ieri ha incontrato Francesca Batani e Gianluca Gridelli, referenti regionale e provinciale del sindacato, proprio per approfondirla.

L’ingresso del Bufalini

“L’incontro di ieri – commenta Lattuca – è stato molto positivo. Innanzitutto trovo che sia un bel segnale che un’organizzazione sindacale vada oltre il tema delle rivendicazioni e si impegni con proposte concrete a migliorare i servizi in cui opera. È un atteggiamento di cui oggi c’è un grande bisogno, e che ho apprezzato molto. Per questo ho chiesto di poterli incontrare”.

E, proprio sul piano delle proposte, il sindacato guidato nella provincia di Forlì-Cesena da Gianluca Gridelli ha dimostrato di avere le idee molto chiare. “Nursing Up – prosegue Lattuca – ha individuato, tenendoli insieme, due temi molto importanti, nonché centrali, per il futuro del nostro sistema socio-sanitario. Il primo è quello legato ai bisogni dei malati cronici, degli anziani e dei disabili; il secondo tema è cosa fare del vecchio ospedale Bufalini una volta che sarà completato il nuovo ospedale di Cesena, già finanziato e di prossima realizzazione. Pensare a questi due temi in maniera congiunta, utilizzando gli spazi dell’attuale ospedale per farne un centro a vocazione socio-sanitaria e riabilitativa, per la gestione delle cronicità in genere e delle problematiche socio-sanitarie legate in modo particolare agli anziani e ai disabili, è una proposta interessante, che mi piacerebbe fosse valutata con il coinvolgimento di tutta la città”.

Enzo Lattuca

“Ma non solo. Un’altra proposta interessante emersa dall’incontro di ieri – conclude Lattuca – è anche quella di potenziare i servizi domiciliari legati all’assistenza socio-sanitaria, in particolare istituendo (o rafforzandola se già presente), la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità: una figura professionale che possa affiancare i medici di base nelle attività di prevenzione ed assistenza a quei pazienti che altrimenti, in caso di bisogno, si recherebbero in Pronto Soccorso. Trovo che anche questa idea meriti di essere presa in considerazione ed approfondita, così come andrà sviluppato in futuro il tema, anche questo affrontato nell’incontro di ieri, della gestione del personale nella AUSL Romagna”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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