Arriva la recessione, Salvini sparisce

Come è logico la situazione economica ha dominato le prime pagine dei giornali. C'è preoccupazione

Come è logico, le notizie sulla recessione hanno dominato le prime pagine dei giornali. E, quando i temi sono economici Salvini sparisce dai radar. Si silenzia. Indubbiamente non è il massimo per un leader. Almeno Di Maio prova a metterci la faccia. Poi che usi solo slogan è un altro conto. Certo, deve essere difficile commentare le notizie relative alla recessione dopo aver detto che siamo alle porte di un boom economico. Una cosa però non può fare: giocare a rimpiattino. Ci sta che dica che le colpe siano del governo precedente. Fa parte del gioco. Però, di solito, uno acquista debiti e crediti. Quindi quando ha parlato di un boom economico in arrivo doveva dare il giusto merito a chi lo ha preceduto.

https://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2018/03/05/di-maio-e-salvini-le-prime-parole-da-vincitori-lontani-ma-forse-non-troppo/

Tutto ora è legato alla crescita economica. Se sarà inferiore all’un per cento, stime del governo, servirà una manovra aggiuntiva (miliardi di euro, circa sedici ogni punto del Pil). Quasi tutti gli analisti economici ritengono che sarà impossibile raggiungere l’un per cento. L’unico possibilista è il quotato Mario Deaglio. Lo fa in un’intervista pubblicata su ilsussidiario.net. Basa la sua convinzione sul fatto che in gennaio è cresciuto l’indice di fiducia dei consumatori che è passato da 113,2 a 140 mentre quello delle imprese scende da 99,7 a 99,2. Insomma, secondo Deaglio dalla manovra economica del governo potrebbe arrivare quella crescita necessaria per colmare il gap per spingere la crescita all’università per cento.

Gli altri economisti non sono d’accordo. Secondo Cottarelli (La Stampa) arrivare all’uno sarà impossibile. Pessimista anche Dario Di Vico (Corriere della Sera) che ritiene che gli interventi del governo possano garantire una crescita suppletiva dello 0,1 massimo 0,2.


Tutti però sono concordi nel ritenere che la crescita possa passare solo dagli investimenti pubblici. Quindi è necessaria un’accelerazione sull’apertura dei cantieri. Ma guarda un po’. Alla faccia di Toninelli.

Che la situazione sia delicata è testimoniato dal taglio del Fatto quotidiano. Il giornale vicinissimo ai 5Stelle ha affidato il commento a Stefano Feltri, vice direttore. Non usa mezzi termini. Anche lui ritiene che ci debba essere un’accelerazione sul fronte delle opere pubbliche e suggerisce di snellire il codice degli appalti. Per la verità più di un grillino ritiene che questa sia una priorità. Ma, se veramente lo è, perché non è stato fatto? In otto mesi si sarebbe approntato  il nuovo regolamento. Come dite? Il codice degli appalti non fa vincere le Europee. Forse avete ragione.

Stando al Fatto quotidiano però Feltri va ben oltre e chiede una politica più morigerata, di avere meno scontri con tutti, in particolare con la commissione europea. Insomma, suggerisce una continenza verbale. E se lo dice lui…

Buona giornata.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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