La politica è realismo

I risultati si ottengono nel medio/lungo termine. Dannosa la ricerca del consenso immediato

Una delle cose alle quali non rinuncerei è la quotidiana lettura dei giornali. La domenica questa sensazione di piacere si eleva alla massima potenza. Piacere che non è intaccato dal livello di gradimento delle notizie. Se fosse così rischierei la depressione in quanto quello che leggo mi piace sempre meno.

Domenica mi ha colpito il contenuto di un’intervista a Alessandro Palermo, scrittore (premio Strega nel 2012), pubblicata su La Stampa. Il titolo è  significativo: fiaccato da anni di politicamente corretto gli italiani vogliono trivialità e tracotanza. È un virgolettato.

Lo scrittore addebita questa situazione In particolare alla crisi economica e alle difficoltà che ha creato. Quest’ultima non è una novità in assoluto. Per quello che può contare la penso anch’io così. L’avevo detto anche in tempi non sospetti. Capisco anche le scelte delle persone in difficoltà. Ad esempio, cosa doveva fare un giovane che prende poco più di settecento euro al mese ed è precario? Si aggrappa a quello che ritiene l’unico salvagente.

Quindi gli italiani più che trivialità e tracotanza vogliono risposte. Quelle concrete però si possono dare solo nel medio/lungo periodo e puntando sullo sviluppo. L’assistenzialismo, intelligente, è il passo successivo. Il problema è che per fare questo tipo di politica è difficile mantenere alto il consenso e andare bene alle europee. L’esempio di Renzi è lampante: con gli ottanta euro arrivò al quaranta per cento e poi…

No, signori. La politica non è questo. E non è nemmeno un derby fra rottamatori e conservatori, come pare voglia far capire Travaglio oggi sul Fatto. La politica amministrativa innanzitutto è sano realismo, naturalmente declinato sulla base dei propri valori. Non ricerca del consenso. Tanto meno immediato.

Faccio un esempio. All’inizio degli anni Novanta il Cesenate finiva continuamente allagato. Bastavano delle piogge neanche troppo esagerate per provocare tracimazioni. In particolare del Pisciatello. Ma non solo.

Finalmente la Regione decise di fare un intervento molto corposo investendo alcune decine di miliardi delle vecchie lire per mettere in sicurezza il territorio. Tutto è perfettibile, ma adesso le cose vanno molto meglio. Credo sia sotto gli occhi di tutti.

Eppure non fu tutto facilissimo. Ci furono delle resistenze, ad esempio, sia per i lavori lungo il Pisciatello che per quelli del fosso scolmatore a Pievesestina. Soprattutto, nonostante sia stato uno degli interventi più importanti fatti sul territorio, nessuno se lo ricorda. A livello di gradimento non solo non diede nessun contributo, ma provocò anche degli scontenti: quelli che contestavano i lavori.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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