Il Pd e le correnti

Se non sono esclusivamente uno strumento per arrivare al potere non vanno demonizzate

Dunque, tutto lascia credere che ci saranno tre leader in lotta per guidare il Pd. Per qualcuno è una iattura. Secondo me è può essere un bene. Però va interpretato nel modo giusto. L’ormai ex partitone ha un disperato bisogno di tornare tra la gente. Questa può essere l’occasione giusta.

 

Perché in giro c’è ancora tanta voglia di parlare di politica e c’è voglia di buona politica. L’errore sarebbe rincorrere il populismo. Mentre la strada da percorrere dovrebbe essere un’altra: proporre un’Italia diversa.

 

Inoltre sento sempre più spesso parlare di correnti. Non so se effettivamente ci sono. Penso di sì. Ma a me, onestamente, non hanno mai spaventato e non ne sono mai stato infastidito. Diverso il discorso sull’opportunismo. 

Cesena (photo credits: https://www.flickr.com/photos/paolo_cst/)0

Le correnti sono alleanze. Punto e basta. È normale che un gruppo di persone che condivide un obiettivo faccia gruppo. L’importante è che alla base dell’aggregazione ci sia un’idea, un progetto. Per il resto le correnti sono sempre esistite. A tutti i livelli. Anzi, dirò di più: è giusto che esistano. Sono l’antidoto contro il pensiero unico.

 

L’importante è l’interpretazione. È vero che in una competizione ci sarà sempre un vincitore. Ma non è detto che chi vince abbia la ricetta della panacea di tutti i mali. Dopo la competizione ci può essere una collaborazione. Ma solo se ci sarà il buon senso da entrambe le parti. Il che significa evitare impuntature soprattutto ideologiche. Insomma, serve onestà intellettuale. Invece, troppo spesso, assistiamo a inutili e controproducenti bracci di ferro che potrebbero essere risolti con l’arte della mediazione.

 

Attenzione, non è un inciucio. Un accordo non deve mai essere spartizione e non va fatto con il manuale Cencelli. Deve sempre essere premiata l’idea. Però il risultato elettorale va sempre rispettato. Chi ha vinto non deve procedere a colpi di maggioranza, ma è difficile chiedergli e pretendere che riveda sempre le sue posizioni. É un po’ il problema che hanno anche i comitati. Spesso sono portatori di istanze giuste. Il problema è che non sono sufficientemente elastici. Pretendono che la loro posizione sia accolta integralmente e non accettano mediazioni. Ed allora si arriva alla rottura che non è utile per nessuno. Può esserlo per qualcuno se c’è una scelta politica strategica. Ma quello è un altro discorso.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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