Unica Coop, socialità e cultura

CASE DEL POPOLO La cooperativa guidata da Giulio Marabini e Giuliana Maltoni raccoglie una quarantina di strutture e duemila soci. Area Sismica, Valverde, San Lorenzo in Noceto, Root: sono solo alcuni dei circoli più noti che sono confluiti nel sodalizio e vanno avanti, seguendo il cammino tracciato nel dopoguerra dai fondatori, con il denominatore comune della libertà di espressione e della crescita della comunità. E nell’ex Fifty Five di Santa Maria Nuova è in corso un investimento importante.

C’è l’ex Casa del Popolo di Ravaldino in Monte, nella campagna forlivese, che oggi ospita un’esperienza di primo piano come Area Sismica, che spazia dai concerti di musica contemporanea a quella elettroacustica, dal jazz all’improvvisazione radicale. C’è quella di San Lorenzo in Noceto, che da anni ospita la festa della Cgil di Forlì. E quella di San Pietro in Guardiano a Bertinoro, con il circolo “Root” orgogliosamente nerd. Esperienze diverse con un denominatore comune: credere nella socialità, nella libertà di espressione, nella condivisione per una crescita collettiva. Valori che furono alla base della nascita delle Case del Popolo nell’immediato secondo dopoguerra, e che oggi vengono portati avanti in maniera innovativa negli storici edifici in cui un tempo si discuteva animatamente di politica e ci si incontrava ai veglioni ballando il liscio.

Dal 1996 una quarantina di Case del Popolo del forlivese si sono fuse nella cooperativa “Unica”, che conta ancor oggi più di 2000 soci ed è presieduta dal 2001 da Giuliana Maltoni, affiancata da una quindicina d’anni dal vicepresidente Giulio Marabini. La spinta all’aggregazione fu principalmente finanziaria e gestionale, per centralizzare costi divenuti troppo onerosi per le singole realtà e risparmiare risorse economiche. Ma lo scopo di “Unica” è naturalmente anche conservare e promuovere gli obiettivi sociali e culturali strettamente legati alla storia del suo vasto patrimonio immobiliare.

 

«Cerchiamo di mantenere e valorizzare il patrimonio – evidenziano Maltoni e Marabini – continuando ad investire e riqualificare, perché le Case del popolo necessitano di manutenzione straordinaria. Non senza difficoltà: con l’Imu le imposte sono praticamente raddoppiate. In questi anni abbiamo comunque portato avanti solo tre dismissioni».

Da Modigliana a Bertinoro, passando per Forlì e la sua periferia, fino a Terra del Sole, Castrocaro e Dovadola, le Case del Popolo di Unica si distribuiscono su un territorio vastissimo. Tra le più “antiche” quella di San Martino in Strada intitolata all’ex dirigente dell’allora cooperativa Angelo Dall’Agata. Il nucleo originario risale agli anni ‘30, poi ampliato con i lavori di costruzione del 1959 a cui parteciparono volontariamente decine di sammartinesi. «Si tratta di un immobile enorme e di grande pregio, che ospitava un cinema, aveva un giardino coperto e locali da ballo».

Ha più di 60 anni il circolo Arci “Edo Bertaccini” di Bagnolo, mentre in via Bertini a Forlì quella che era stata la Casa del fascio divenne dopo la guerra la Casa del Popolo intitolata a Nullo Baldini. «Mio padre era presidente del Circolo – ricorda la presidente Maltoni – e negli anni ‘80 la “Nullo Baldini” ospitava un locale da ballo estivo frequentatissimo, il Dancing Romagna Mia, rimasto aperto fino al 2004. Arrivavano appassionati di liscio da tutta la Romagna e dalle regioni vicine».

Oggi gran parte degli spazi delle ex Case del Popolo sono dati in affitto d’azienda a bar, ristoranti, in locazione a circoli Arci e associazioni culturali e sportive. «I circoli gestiti direttamente e non come licenze pubbliche restano una decina nel forlivese. Non abbiamo solo locazioni commerciali: in via Valverde accanto al circolo Arci “Leo Gramellini” gli spazi sono affittati come sale di studio per l’Università».

Per la cooperativa, l’investimento più importante della propria storia è quello che ha in programma a Santa Maria Nuova di Bertinoro, dove il mitico Fifty Five, locale in cui dagli anni ‘60 hanno ballato generazioni di romagnoli, sarà demolito per lasciare il posto ad un immobile che conterrà supermercato, bar, uffici, ambulatori, galleria di negozi e spazi pubblici.

 

“Si tratta di un’operazione che abbiamo valutato attentamente – spiegano Maltoni e Marabini -, con un investimento da circa 1 milione e mezzo di euro”. La struttura si inserirà nel progetto di rigenerazione urbana della frazione, che mira a dare al centro di Santa Maria Nuova una “piazza” da vivere come spazio di aggregazione commerciale e ricreativa.

a cura di Giorgia Gianni

dal n.9/2018 del mensile La Romagna Cooperativa

 

Durazzanino: Un Circolo nelle Mani dei Giovani

A Durazzanino, sulla via Ravegnana tra Forlì e Ravenna, la tradizione associativa della storica Casa del Popolo del luogo verrà portata avanti da un gruppo di giovanissimi. E’ prevista per ottobre l’inaugurazione del nuovo circolo Arci gestito dai ragazzi che hanno preso in affitto l’immobile da Unica per realizzarvi, come spiegano nel progetto «uno spazio di libero confronto, di partecipazione attiva alla vita sociale, ricreativa, culturale e ambientare in cui i soci possano sviluppare le proprie aspirazioni, scoprendo e recuperando lo spirito di quello stare insieme alla base delle esigenze associative». Ci saranno così non solo il tradizionale bar con l’attività di piccola ristorazione, ma anche spazi in cui verranno organizzati corsi di fumetto, eventi di cosplay, tornei (dalle carte ai giochi di ruolo ai videogiochi), musica dal vivo, bookcrossing. Obiettivo, spiegano i giovani gestori, «condividere passioni, interessi, idee e creare uno strumento di integrazione tra persone di età diverse ed esperienze diverse che si rafforzino insieme».

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