Il nuovo Pd. Non superato, ma riformato

Martina a Huffingtonpost: "Sarà più movimento, più orizzontale e meno verticale. I circoli dovranno fare non solo tessere, ma progetti di comunità". La presentazione il 9 settembre a Ravenna

Allora è vivo. Dopo mesi di silenzi, in alcuni casi imbarazzanti, arrivano segnali dal Pd su come riformarlo. Il progetto verrà presentato il 9 settembre a Ravenna. Una volta tanto (finalmente) non si parla di Renzi, ma di un progetto vero e proprio per cambiare volto al partito. Pensieri e parole sono di Maurizio Martina, segretario reggente, intervistato da Huffington post.

Maurizio Martina

Devo ammettere che non ho mai avuto molta fiducia in Martina. Invece, questa volta mi ha sorpreso favorevolmente. In sostanza la sua idea è di ripartire dalla base. Ma realmente. Musica per le mie orecchie. Questa dovrebbe essere la filosofia di ogni partito. Invece sempre più si rincorre la strategia dell’uomo forte.

 

Martina ha annunciato che il Pd sta  lavorando alla propria rete nazionale dei progetti di comunità. In pratica i circoli del Pd diventeranno soggetti di servizio ai bisogni attorno a due grandi assi: la cura della persona e del territorio. “È il vero cambio di pelle del Pd – ha detto Martina ad Huffington post -.  Stare vicino ai bisogni delle persone sul territorio. Aprirsi alle esperienze civiche di base, all’associazionismo. La sfida di qui a un anno è ripartire da mille progetti di comunità, dove i nostri si organizzano e organizzano risposte ai bisogni. Per fare rete sociale. A me interessa che il Pd sia soggetto protagonista, perché è il modo più intelligente, propositivo per fare militanza politica”.

Quindi si esce dall’equivoco: il Pd non va sciolto o superato, va riformato,  profondamente. Secondo Martina il “nuovo Pd” sarà più movimento, più orizzontale e meno verticale. I circoli dovranno fare non solo tessere, ma progetti di comunità. Che poi si è chiesto: se non fai così, qual è la ragione di un circolo oggi?

 

Condivido in tutto e per tutto. Ho sempre pensato che la politica possa avere futuro solo restando a contatto con la base. Solo ascoltando le istanze delle persone può essere di lotta e di governo. Questo, però, non vuol dire annacquare i propri valori. Ma portarli in mezzo alla gente e condividerli con loro. Un conto è farli cadere dall’alto. Un altro è comparteciparli.

 

È  chiaro, sarà un percorso lungo e difficile. Non ci sono scorciatoie. Non è un progetto che può dare risultati immediati. È tarato nel medio/lungo periodo. Per questo, a mio avviso, può essere vincente.

 

Manca però tassello: internet. Lo rileva anche l’intervistatore. E Martina non si è sottratto. “Non nego – ha detto – che si debba trovare una nostra idea di protagonismo nella rete che ancora non abbiamo. Sento tutta l’insufficienza delle lettura che noi diamo di come utilizziamo la rete. Lì si misura l’altra faccia della sfida di cambiamento del Pd, senza snaturarci. Se dovessimo solo scimmiottare quello che fanno gli altri avremmo già perso. Dobbiamo trovare il codice della nostra presenza sulla rete, per raggiungere i cittadini, che sia coerente e non ci snaturi”.

E Cesena come potrebbe declinare il Martinapensiero? Non credo avrebbe grosse difficoltà a farlo. Al coinvolgimento dei circoli aveva cominciato a lavorare intensamente  Matteo Marchi, l’ex segretario. E pare che anche la nuova segretaria voglia battere questa strada. Inoltre il Pd cesenate ha un grande vantaggio: ha un gruppo di giovani validi e volenterosi. Si tratta di un valore aggiunto, da non disperdere e sul quale fare affidamento proprio per ripartire dalla base.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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