Cedolare secca nei locali commerciali

Se ne parla, la chiede Confedilizia e c'è in disegno di legge. Il giudizio dell'avvocato Enrico Sirotti Gaudenzi

Secondo Confedilizia l’applicazione della “cedolare secca” per i locali diversi dalle abitazioni contribuirebbe ad arginare la crisi del settore immobiliare. La parlamentare Sandra Savino presenta un disegno di legge. Questo il commento di Enrico Sirotti Gaudenzi.


Il commercio e l’artigianato, importanti risorse del nostro territorio, sono direttamente correlate alle realtà di numerosi risparmiatori che, nel corso degli anni, hanno riposto i propri risparmi in locali commerciali per poterli concedere in locazione ed ottenere una fonte di reddito.

Purtroppo, oggi, nella maggior parte dei casi, anche quando il conduttore è regolare nel pagamento del canone di locazione, il reddito percepito da tali locali consente solamente di “mantenere” l’immobile e corrispondere le imposte e le tasse.


Inoltre, da diversi anni, la crisi del settore immobiliare, del commercio e dell’artigianato ha contribuito ad accrescere sensibilmente i locali vuoti, che comportano per le nostre città, compresa la mia, un inevitabile degrado sociale.

Per incentivare la locazione di negozi e botteghe e contribuire a stimolare l’economia locale sarebbe auspicabile una riduzione delle imposte e in quest’ottica si potrebbe prevedere l’adozione, per tutti quei locali ad uso diverso dall’abitativo ed appartenenti alla categoria catastale C/1 (negozi e botteghe), del regime della cedolare secca simile a quanto già previsto per la locazione di immobili ad uso abitativo, come introdotto dal d.lgs. n. 23/2011, nel caso in cui conduttore e locatore aderiscano a tale regime agevolato.


L’introduzione del regime della cedolare secca per le unità abitative ha, infatti, conseguito ottimi risultati in quanto è stata una misura che ha contrastato in modo efficiente anche l’evasione fiscale e contributiva. Infatti, il tax gap del comparto, ovvero il divario fra il gettito teorico e gettito effettivo, è diminuito del 42%.

Il disegno di legge presentato dall’On.le Savino, che condivido pienamente, prevederebbe l’applicazione di tale regime agevolato anche agli immobili appartenenti alla categoria C1, in ragione di un’aliquota del 21 per cento e, di conseguenza, non verrebbero applicate neppure le imposte di registro e di bollo sulle eventuali fideiussioni prestate dal conduttore a garanzia degli obblighi contrattuali, sulle risoluzioni e sulle proroghe del contratto di locazione.

Enrico Sirotti Gaudenzi


Rimarrebbe a cura del direttore dell’Agenzia delle Entrate il compito di emanare un provvedimento, entro 90 giorni dall’eventuale entrata in vigore della legge, contenente le modalità di esercizio dell’opzione della cedolare secca e del versamento degli acconti e dei saldi dovuti.

La proposta in esame, a mio parere, porterebbe un decisivo contributo al rilancio del settore immobiliare che negli ultimi anni ha subito una dura frenata, soprattutto per tutti gli immobili di categoria diversa dalle abitazioni, favorendo il settore del commercio e dell’artigianato: i conduttori, infatti, sarebbero agevolati dall’applicazione di canoni di locazione probabilmente più accessibili (in considerazione di una minore tassazione per i proprietari); tale proposta, infine, costituirebbe un valido deterrente per fronteggiare l’evasione fiscale e contributiva, ancora oggi una grave piaga per il nostro Paese.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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