Piadina d’oro, c’è il bis

Veneranda Salvatori di Piavola si è aggiudicata il titolo per il secondo anno consecutivo

“Elogio dell’accoglienza” (edizioni Alberti) è l’ultimo libro (ne ha scritti dodici) di Arrigo Cipriani, patron dell’Harry’s bar di Venezia. Secondo Cipriani l’accoglienza è la caratteristica della nostra ristorazione. E, in un’intervista pubblicata su “Tuttigusti” de La Stampa ha detto: “Il ristorante più italiano è la trattoria, cioè un locale dove vieni ricevuto come in famiglia e mangi come in famiglia, piatti che fanno parte della nostra tradizione e del nostro gusto”.

Dunque, tradizione è l’altra parola d’ordine. Ed ha ragione da vendere. In un panorama culinario dove si pensa solo alle stelle e che è diventato una sorta di impero degli chef sarebbe utile fermarsi un attimo e farci cullare dalla tradizione.

 

Del resto gli chef, piccoli o grandi, ad ogni piè sospinto dicono che tutto ruota attorno alle materie prime che vanno rispettate e tutelate. Insomma: semplicità. E questo ci riporta alla tradizione.

Un piatto della tradizione è allo stesso tempo semplicità ed esaltazione del gusto. Poi, ad esempio, un ragù bisogna saperlo fare. E la pasta va tirata col mattarello. Ma un piatto di tagliatelle fatto come si deve ha poco da invidiare a tanti piatti stellati. Se poi facciamo il raffronto con il prezzo non c’è proprio partita.

 

Inoltre, chi rinuncerebbe ad una piadina con un ottimo affettato o un formaggio di quelli con i controfiocchi. Io credo che la apprezzerebbero molto anche i facoltosi clienti di Cracco e soci. In questo però la qualità deve essere alta perché altrimenti i difetti emergono. E non sempre succede il prodotto è all’altezza. Perché è facile dire piadina. Ma è più difficile farla buona.

 

E la piadina buona è quella dei chioschi. Non ho niente contro il prodotto industriale. Ma è tutta un’altra cosa.

Sulla piada, come su tutto, ognuno poi ha la propria preferenza. Per quanto mi riguarda la mia piadina ideale innanzitutto non deve essere troppo spessa. Poi deve essere biscottate, ma non troppo. Quindi si potrebbe pensare anche all’utilizzo di una piccolissima dose di bicarbonato. Molto però passa dalla cottura. Se si cuoce poco non è facilmente digeribile e c’è il rischio di far emergere un fastidioso odore di farina. Di converso bisogna evitare anche una cottura troppo lunga.

 

L’equilibrio giusto pare averlo trovato Veneranda Salvatori, di Piavola, che per il secondo anno consecutivo si è aggiudicata il titolo di “Piadina d’Oro”.

 

La serata è andata in scena all’Ossteria di Savignano. Oltre alla vincitrice che ha il  chiosco a Piavola in via P. Nenni, 55, hanno partecipato: Marina Guidazzi (chiosco a San Carlo di Cesena, via Castiglione, 33); Paola Ceredi (chiosco a San Vittore di Cesena, via Settecrociari, 6451); Elisa Lugaresi (chiosco “La Regina della Piadina” a Torre del Moro di Cesena, via San Remo, 35); Sabrina Rocchi (chiosco “Il Chiosco di Sabri” a Cesena, via Versilia, 190); Michael Zanotti (chiosco L’Angolo della Pida, a Cesena, via Mulini, 20).

 

Cinque concorrenti erano stati scelti dall’organizzazione ed uno selezionato dal Resto del Carlino.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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