Marchi, ancora non c’è il successore

Il Pd deciderà solo fra un mese e per ora non ci sono candidati. Sì vogliono evitare spaccature. Di certo il nuovo segretario dovrà andare oltre ai circoli

Dunque, Matteo Marchi lascia anche la segreteria del Pd. La notizia era nell’aria da tempo. Quando hanno cominciato a circolare le voci di un suo ritorno a Legacoop si è capito che avrebbe dovuto lasciare la segreteria del partito. Era difficile pensare che un’organizzazione di categoria accettasse di avere fra i suoi dirigenti il segretario di un partito.

Adesso è partita la ricerca al successore. Per ora non c’è un nome e neppure una rosa. “Ci guarderemo sul serio solo dopo la Festa dell’Unità” è il mantra del Pd. E fonti del partitone garantiscono che chi ha messo in giro già nomi, non sa nulla di ciò che sta accadendo sul serio e tende solo a far confusione.

 

L’obiettivo è arrivare ad una candidatura unitaria. A Cesena il Pd si è diviso solo una volta: primarie vinte da Landi. Era un momento di particolari contrapposizioni. Piuttosto forti. Un momento vivace e interessante per la stampa, ma che ha lasciato non poche scorie. In seguito le varie anime (perché sono sempre esistite) hanno sempre trovato un accordo in anticipo (a differenza di quanto è successo in  quasi tutte le altre città della Regione).

Allo stesso tempo è chiaro che il nuovo segretario dovrà continuare ad appoggiare il percorso di apertura e di confronto con la città avviato da Lattuca. Ma anche questo non dovrebbe essere un problema perché è un tema sul quale c’è condivisione.

 

Inoltre io credo che il Pd dovrebbe ripartire da un segretario in po’ più “moderno”. Non che Marchi (grandissimo lavoratore) sia attempato o jurassico. Ma aveva una visione della politica non del tutto al passo con i tempi. Era troppo legato ai circoli. Non che siano una brutta cosa. Anzi, sono un esempio di partecipazione diretta molto importante, molto di più del web. Un partito se li deve coccolare e vanno mantenuti, ma ha bisogno di andare oltre. Deve frequentare di più le piazze, reali e virtuali.

Da entrambi il Pd è colpevolmente assente. Un’assenza totale. Il web, in particolare, non può non essere presidiato. È vero, in molti casi è il peggio del peggio, ma la politica passa anche e soprattutto da quello. Può non piacere, ma bisogna farsene una ragione per continuare ad essere competitivi. In particolare per entrare in contatto con la fascia più giovane della popolazione.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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