Io, Paolo Lucchi e i leoni da tastiera

Siano amici. Da tempo. Non l'ho nai nascosto e bon c'è motivo di farlo. In questi giorni gira su Facebook una foto dove si ironizza. L'ironia non mi dà fastidio, neppure quando è molto spinta. Fa parte del gioco. Ne ho sentite tante in 20 anni. Le accuse invece non mi stanno bene e dovranno essere provate

In questi giorni circola su Facebook una foto nella quale io saluto Paolo Lucchi, sindaco di Cesena. È stata scattata alla partenza della Stracesena, gara podistica alla quale Lucchi partecipava e io no. Per la cronaca, parlavamo della Cento chilometri del Passatore che avevo corso la notte precedente. La foto è  stata usata per fare dell’ironia da parte del Fotobomber. Il suo scopo è chiaro: far capire che io prendo ordini da Lucchi. Non la contesto. È una posizione legittima.

 

Fa parte del gioco. Per 20 anni prima sono stato accusato di essere agli ordini di Preger, poi di Conti e infine di Lucchi. C’è stato anche chi mi ha definito il cagnolino scodinzolante di Lucchi. Lettera che puubblicai integralmente. Non sono quelli i problemi. Io sono sempre stato tranquillo perché mi sono sempre sentito legittimato dai lettori del Corriere. Se per 20 anni le vendite  sono sempre stato in crescita credo significhi che ero considerato credibile. Ma, ripeto, fa parte del gioco. Quella di parteggiare per qualcuno è un’accusa che si fa spesso ai giornalisti.

 

Però questa volta si è andati oltre. Una robusta politica cesenate ha postato la foto sulla sua pagina Facebook e ha messo in dubbio l’indipendenza del giornalismo cesenate (chiaro il riferimento a me) e una sua collega ci ha messo il carico da undici. La critica è legittima, ma mettere in dubbio l’onestà di un professionista è un’accusa grave che poi dovrà anche essere provata.

Comunque io non ho mai nascosto le mie idee politiche e le amicizie personali. Nel mio libro “Vent’anni a Cesena” sono stato molto chiaro. Ho scritto che Lucchi è mio amico ed ho elencato quelli che ritengo i suoi pregi e i suoi difetti. Questo perché a me piace la chiarezza. Ho sempre ritenuto debba essere  alla base di chi fa il mio lavoro.

Per essere ulteriormente chiaro: sono un progressista keynesiano che ha sempre votato per il centrosinistra e sono amico di Paolo Lucchi. Lo ero da molto prima che lui fosse candidato sindaco. Pur con i suoi difetti, lo ritengo un buon amministratore, ma credo di non avergli mai fatto sconti. È vero, spesso condivido le due opinioni. Ma credo sia normale quando si hanno gli stessi valori e le identiche idee politiche. Per la cronaca, io scrivevo che piazza della Libertà doveva essere pedonalizzata quando lui era ancora in pasdaran della sosta.

P.S. Vorrei ricordare a lor signori un aneddoto: ho smesso di lavorare per il Corriere di Cesena a metà marzo del 2014, ovvero tre mesi prima delle elezioni amministrative. Secondo voi se avessi voluto non sarei potuto rimanere per altri novanta giorni per  occuparmi della campagna elettorale? Fatevi una domanda e datevi una risposta.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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