Stop consumo del territorio

Piano urbanistico: la proposta di Art. 1

Cinque proposte per l’ultimo anno di  legislatura. La proposta è di Art. 1. Sono state elaborate dai consiglieri comunali Leonardo Biguzzi e Giuseppe Zuccatelli.

 

Tra queste c’è quella di pianificare la Cesena dei prossimi decenni declinando all’unisono tutela del territorio, rigenerazione urbana e diritto alla casa.

Questo il pensiero di Biguzzi e Zuccatelli.

Nel decennio 2008-18 la crisi economica ha rivoluzionato la nostra economia, e il settore dell’edilizia ne è uscito totalmente ridimensionato e modificato. Ma non come una vittima della crisi, ma come uno dei fattori che ha contribuito a farla esplodere.

Il combinato costituito da sovrapproduzione e iper-offerta di nuovo cemento, da un lato, e rendita di terreni “sulla carta” edificabili dall’altro ha contribuito a generare quella bolla speculativa scoppiata nel 2008 negli USA, ma poi rivelatasi anche con la crisi degli istituti di credito del nostro territorio.

 

E’ chiaro che oggi il modello delle città in espansione per effetto della leva finanziaria non è più sostenibile. Esso ha generato uno sproporzionato consumo del suolo e, ad oggi, grandi volumi di edificato invenduto o inutilizzato. Se vogliamo mettere il lavoro e l’occupazione al centro della Cesena di domani, il modello di sviluppo descritto va completamente ripensato.

La nuova leggere regionale sull’urbanistica, raccogliendo le decisioni del Parlamento Europeo, introduce il concetto di “consumo di suolo a saldo zero” entro il 2050, dando la possibilità di derogare al massimo del 3% solo per nuovi insediamenti produttivi ed interventi di edilizia sociale.

 

Visto l’impegno di questi anni per il contenimento del consumo del suolo, attraverso le successive varianti di Salvaguardia che hanno portato alla cancellazione di circa 200 ettari di previsioni urbanistiche, si sono gettate le basi per poter tratteggiare la città del futuro.

 

Pensiamo quindi che ci siano le condizioni affinché il margine del 3% non venga utilizzato. L’ambizioso obiettivo del saldo zero del consumo di suolo non può però essere in contrasto con le politiche di sostegno al diritto alla casa.

Sulla stampa sono usciti numeri davvero importanti: nell’Unione Valle Savio ci sono 734 famiglie in lista di attesa per una casa popolare di cui 619 a Cesena.

 

Se è vero che la costruzione dal nulla di nuovi alloggi popolari è ormai impensabile, questo ci deve portare, da un lato, a sfruttare le premialità date alla rigenerazione urbana in caso di interventi che coinvolgono anche il sociale, e dell’altro ad attaccare il patrimonio di alloggi sfitti attraverso bandi per l’ottenimento della gestione di detti immobili.

 

La proposta. Occorre intraprendere nel prossimo anno la sfida dell’approvazione del Piano Urbanistico Generale del comune declinando all’unisono i principi di consumo zero del territorio, le strategie di rigenerazione urbana e misure incentivanti per il recupero del patrimonio edilizio esistente e per la riutilizzazione di immobili sfitti.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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