Serve il lotto zero

Il Pri incalza il sindaco: siamo il fanalino di coda

Sul lotto zero il Pri critica l’amministrazione comunale. E lamenta che un grave immobilismo, al contrario di Forlì.

Nel 2010 il sindaco Lucchi annunciava con tanto di fanfara e grancassa, contornato dagli allora senatori Sandro Brandolini (PD) e Laura Bianconi (PdL), di aver incontrato assieme a detti parlamentari il ministro per le infrastrutture dell’epoca Mattioli, garantendosi lo stanziamento dei fondi necessari da parte dell’Anas e l’inserimento dell’opera tra quelle da realizzare entro il 2011. Da allora il tempo e la scadenza annunciata sono passati e più nulla si è ottenuto se non generici impegni senza risultato. D’altra parte la secante di Cesena anche per la parte già realizzata (lunga circa 9 km.) ha avuto vita travagliata e lunga attesa : 50 anni passati dai primi studi, il primo lotto aperto nel 1990 ed il terzo nel 2008, 18 anni dopo: manca – come detto – il collegamento con l’attuale via Emilia verso Forlì, 1200 metri del cosiddetto lotto zero, parte conclusiva dell’opera infrastrutturale più rilevante e strategica per Cesena, fondamentale per incanalare naturalmente e direttamente il traffico di attraversamento proveniente da Nord lungo la secante che attualmente è invece costretto ad utilizzare vie secondarie (la via San Cristoforo).

Nel frattempo Forlì vedeva realizzate tangenziale ed asse di arroccamento – 27 km. di nuove strade costruite dal 2005 di contorno alla città e di collegamento con il casello autostradale – ed oggi il sindaco Drei può annunciare con orgoglio di essersi garantito da Anas e regione ulteriori 75 Milioni di euro per completare la tangenziale fino al nuovo ospedale di Vecchiazzano, oltre a 7 Milioni di Euro per la nuova via Emilia in maniera tale da riconnettere il cosiddetto asse di arroccamento con la tangenziale di Forlimpopoli. Tale asse rappresenta la variante al percorso urbano della via Emilia ed è da tempo perfettamente collegata verso Faenza mentre mancava la soluzione definitiva verso Cesena, che in tal modo verrebbe ad essere realizzata.

Noi siamo invece rimasti al palo, Cesena rimane come al solito fanalino di coda. Come con insistenza da tempo i repubblicani sostengono sarebbe opportuno che il sindaco Lucchi oltre che di belletti e rossetto per le piazze del centro si occupasse anche dell’opera che a nostro giudizio rimane la priorità principale per il nostro Comune. L’ assessore regionale ai trasporti Donini ha sottolineato nei giorni scorsi a Forlì come la Regione abbia fatto ripartire tante opere infrastrutturali ferme da anni togliendo dall’elenco quelle (come l’autostrada Orte Mestre) che erano solo libro dei sogni. Evidentemente nessuno – a cominciare dai nostri consiglieri regionali in tutt’altro affaccendati – si è occupato di chiedere che il lotto zero venga inserito tra le priorità, ritenendo che le condizioni attuali siano accettabili. Questo è certamente l’esempio più eclatante – ma ce ne sarebbero tantissimi altri – della scarsa capacità oggi di Cesena di fare azione di promozione del proprio territorio.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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