I problemi del Bufalini

Oltre a quelle sanitarie, ci sono emergenze logistiche piuttosto sentite. Fra queste sosta e scale mobili

A Cesena c’è un’emergenza sosta, ma non è in centro, bensì al Bufalini. La situazione è particolarmente delicata soprattutto a metà  mattina. Capita spesso di non trovare un posto libero. A quel punto le soluzioni sono due: attendere con pazienza che si liberi un posto, oppure andarne a cercare uno libero nelle strade adiacenti dove, per la verità, non è facilissimo trovarlo.

Tutte e due le soluzioni comunque non sono  il massimo. Per quanto riguarda il primo caso mi si potrebbe obiettare che l’attesa è comunque di pochi minuti. Vero, anzi verissimo. Io sono il primo a non aver problemi se devo attendere pochi minuti per aspettare che di liberi uno stallo quando devo fare una passeggiata in un centro storico. In ospedale però non ci si va per divertirsi. Non sono giustificabili neppure trenta secondi di attesa. Come danno particolarmente fastidio anche i parcheggiatori abusivi che, in un’altra parte della città non li sopportare i molto meglio.

L’alternativa è cercate un posto nelle vie adiacenti. Anche quella non è una soluzione  bellissima. Se si è giovani o allenati non può essere un problema. Ma non tutti rispondono a queste caratteristiche. Soprattutto chi frequenta l’ospedale.

A tal proposito, oltre a quello della sosta, c’è il problema della scala mobile. E, forse, è più sentito. Ricordo che il Bufalini è in alto. Non è una montagna, ma per una certa categoria di persone è una cima invalicabile o quasi. Se in auto c’è un anziano bisogna portarlo fino all’ingresso e poi fare un giro piuttosto lungo per cercare un eventuale parcheggio. A quel punto se il conducente è allenato non ha grossi problemi. Se non lo è arrivano i guai. Perché i gradini da fare sono veramente tanti (in un caso poco meno di settanta) e ripidi. È vero che le scale fanno bene. Però, secondo me, quella dovrebbe restare un’opzione volontaria e non un qualcosa imposta a chi, per un motivo o per l’altro (nessuno per piacere personale), è costretto ad andare in ospedale.

 

Se per la sosta le opzioni, mi rendo conto, non sono molte, altrettanto non si può dire per la o le scale mobili. Il problema è conosciuto. Sono in programma da molto tempo. Ma, per un motivo, o per un altro, sono sempre state procrastinate.  Colpevolmente, secondo me. L’umanizzazione del malato passa anche da queste cose.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.