Il Pd ora ha più forza

Evitato il rischio delle elezioni immediate in un trattativa con i 5Stelle può alzare l'asticella. Intanto lo stallo nazionale si ripercuote a livello locale

Riuscirà l’Italia a darsi un governo in tempi brevi? Io credo che, al momento attuale, nessuno sia in grado di dare una risposta che vada oltre una sensazione. Non ci sono certezze. A nessun livello.

 

La conferma mi è arrivata dopo la quotidiana lettura dei giornali, rito che accompagna il mio inizio di giornata. Si ha la netta impressione che i commentatori brancolino nel buio. Non che non abbiamo informazioni di prima mano. Si capisce che quelle continuano ad esserci. Il problema è che nemmeno i principali protagonisti sanno come andrà a finire.

Per ora è certo che si sta incagliando l’accordo fra Lega e 5Stelle che è quello per il quale facevano il tifo Di Maio e Casaleggio. Il problema è Berlusconi. Fosse per loro, i due leader pentastellati farebbero l’ennesima giravolta. Ma questa volta la base non li perdonerebbe, e allora tengono in punto. Così come fa Salvini che non vuole scaricare Berlusconi.

L’alternativa è un accordo 5Stelle e Pd. Che è (o sarebbe) quello per il quale tifa il presidente della Repubblica che, secondo Augusto Minzolini, vorrebbe Di Maio come presidente del Consiglio. Ma la strada, a me, appare in salita. L’accordo non è impossibile, ma difficile. Molto difficile. Adesso, paradossalmente, è il Pd ad avere più forza. Innanzitutto perché questo tira e molla ha evitato che si andasse a votare subito, cosa che i Dem non volevano. Nel modo più assoluto. Sanno che, per loro, sarebbe un bagno di sangue, peggiore di quello del 4 marzo. Adesso tutti sono concordi nel dire che per la finestra di giugno non c’è più tempo. Del resto lo stesso Mattarella non ha nessuna voglia di portare subito il paese al voto.

Quindi, è legittimo pensare che i Dem siano pronti ad alzare le pretese. Per dire sì a  un’alleanza devono ottenere qualcosa di più di qualche semplice concessione. Ma uno scalpo. E il primo a cui si pensa è quello di Di Maio. Fra l’altro si ha l’impressione che Renzi non veda l’ora di mettere i bastoni tra le ruote  al giovane leader pentastellato e a Mattarella. A quel punto Di Maio come reagirà?

 

Insomma, ne è nato un romanzo. Una sorta di Beautiful del quale ancora non si intravede quale possa essere il finale. Lo sblocco potrebbe esserci in qualsiasi momento, ma sembra difficile che possa succedere.

E questo, inevitabilmente, si ripercuote anche a livello locale. Il nazionale e il locale non sono vasi comunicanti, ma quasi. Soprattutto in un momento come questo. L’accordo Lega 5Stelle avrebbe aperto uno scenario: la nascita di un polo di centro. Ieri, lo ipotizzava  anche Panebianco sul Corriere della Sera. Le cose, invece, inevitabilmente cambierebbero se ci fosse un asse fra Pd e 5Stelle. In questo caso l’alleanza di centrodestra diventerebbe granitica, mentre l’eventuale coalizione di centro potrebbe comprendere Popolari per Cesena, Pri e Cesena siamo noi. Con, eventualmente, la benedizione di Pizzarotti. Di certo potrebbe essere una soluzione che piacerebbe a Valletta che avrebbe di fronte un’autostrada verso la candidatura a sindaco. Potrebbe però avere il problema di convincere l’ala più di sinistra di Cesena siamo noi, ma quello non pare un problema insormontabile.

 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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