“Centro Anch’io” chiede qualità e programmazione

Il comitato si trasforma in associazione per aumentare il peso specifico e accreditarsi con i vari interlocutori. Obiettivi principali: salvaguardia e promozione del centro storico. Si punta anche sui residenti

Qualità e programmazione. Queste le parole d’ordine di “Centro Anch’io”. Ma la novità è un’altra: la trasformazione da comitato ad associazione. Il comitato è nato nel 2014 per contrastare il progetto legato a piazza della Libertà. A giugno 2015 ci fu il cambio del nome e diventò “Centro Anch’io” con l’obiettivo di occuparsi di tutto il centro storico. Adesso l’ulteriore passo in avanti: la trasformazione da comitato di protesta ad associazione.

L’obiettivo è aumentare il peso specifico, Ma, soprattutto, accreditarsi nei confronti di qualsiasi interlocutore. Il presidente è Fabrizio Faggiotto, il vice Francesco Gasperini e Giampaolo Maltoni è il tesoriere. Per ora hanno una base di circa 130 aderenti (non ci sono quote). Sono quasi tutti commercianti, ma l’obiettivo è anche quello di coinvolgere i residenti. Gli obiettivi principali: salvaguardia e promozione del centro storico.

 

È chiaro che il convitato di pietra è il Comune, ma è interessante notare che Centro Anch’io abbia messo nel mirino Zona A e le associazioni di categoria, ovvero i potenziali “concorrenti”. Su salvaguardia o promozione del centro le accusano “di non aver mai avuto la volontà o la capacità di governare con le dovute attenzioni”.

Per quanto riguarda i progetti bisognerà attendere ancora un po’. È positivo che abbiano manifestato l’intenzione di andare oltre la sosta. Non perché ritengano che ora va tutto bene, madama e la marchesa. Anzi, restano profondamente critici sulla scelta di non fare il parcheggio interrato in piazza della Libertà. Invece non obiettano nulla per quanto riguarda la pedonalizzazione. Per quanto concerne piazza della Libertà, madre di tutte le battaglie, lamentano (a ragione) che ancora non è stata fatta chiarezza su cosa ci sarà organizzato. Su cosa diventerà.

 

Relativamente alla sosta chiedono soluzioni alternative. Sono pronti a discutere di qualsiasi ipotesi purché sia “di qualità e che soddisfi anche le esigenze dei residenti”. Da questo punto di vista (residenti) è facile immaginare che il Sacro Cuore non entusiasmi, mentre si guarderebbe con interesse a qualcosa che nascesse nella zona di viale Carducci.

Interessante e da approfondire anche il discorso relativo alla valorizzazione del centro. È chiaro che si tratta di un tema molto importante. Le iniziative restano in primo piano, ma Faggiotto, Gasperini e Maltoni sono consapevoli che serva dare qualcosa di più. Essendo un tema molto vasto ognuno ha le proprie idee. Va da se che la proposta non può essere la stessa per il cesenate (o per il romagnolo) o per il turista. In entrambi i casi è giusto pensare di chiedere e proporre una città che si possa vivere. Ma nel secondo caso (turismo), a mio avviso, sarebbe necessario creare un brand. Qualcosa di accattivante. Molte volte non basta essere una bella città (e Cesena lo è) per aggredire il mercato turistico. Serve anche una sorta di cartina tornasole.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.